Moto3, Arbolino e Fenati decisi a piegare anche la iella
Al Mugello, il gran rilancio con Tony Arbolino e Romano Fenati sul podio?
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I colpi di scena con patatrac nella Moto3 di Le Mans sono, pur con protagonisti diversi, gli stessi dell’edizione del 2018 e delle gare precedenti a quella di domenica scorsa del Bugatti. Anzi, nel round francese dello scorso anno è successo di tutto e di più e sui risultati incisero le burrascose vicende della corsa con tante cadute e tanti protagonisti tolti di mezzo anche da penalità che alimentarono dubbi e polemiche. Come non ricordare il rush finale con Bezzecchi in highside sopra… Martin, entrambi gambe all’aria, il ko di Bastianini al suo terzo “zero” stagionale, la retrocessione da primo a quarto di Di Giannantonio per penalità dopo il taglio alla curva 8 curva, gli altri ritiri di Rodrigo, Norrodin, Bulega, Dalla Porta ecc.?
Comunque, dopo Le Mans 208 in testa alla classifica rimaneva Bezzecchi (una vittoria, un secondo e un terzo) mentre dopo Le Mans 2019 in testa alla classifica c’è Canet 74 punti (al GP di Francia prima vittoria 2019 dopo un lungo digiuno) con alle spalle Dalla Porta (60), ieri gran secondo, e Antonelli (57). Non torniamo sulla cronaca e sul commento della gara già affrontati ieri a caldo con due articoli. Qui ci riferiamo a due nostri “giovani leoni” fra i più competitivi e attesi, il 19enne lombardo Tony Arbolino e il 23enne ascolano Romano Fenati. Entrambi dello stesso Team Snipers meritano alla pari la medaglia della … sfortuna.
Dopo queste prime cinque gare la classifica non rende certo merito ai due piloti: Arbolino è undicesimo (26 punti) e Fenati è ventiduesimo (7 punti). In particolare, il giovane asso di Garbagnate è stato fin qui protagonista di prove, qualifiche e corse ad altissimo livello, sempre nelle posizioni di vertice: fra l’altro il terzo miglior tempo nelle qualifiche in Argentina e il secondo posto in griglia a Le Mans dopo i “numeri” sul bagnato). Anche Fenati, pur al di sotto delle aspettative, ha dimostrato con sprazzi e rimonte, di non aver perso né voglia di primeggiare, né smalto nella manetta. Tuttavia la classifica è quella, tutt’altro che esaltante, dovuta soprattutto (in particolare per l’asso ascolano) agli “zero” dovuti a guai di varia natura, comprese cadute o postumi di cadute, per lo più causate da avversari nelle concitate fasi della corsa.
L’ultimo boccone amaro viene da Le Mans dove, nella accesissima bagarre finale per la vittoria, Arbolino non può evitare la moto a terra del “kamikaze” Tatsuki Suzuki. Addio sogni di gloria. O meglio, arrivederci. L’appuntamento con il gradino più alto del podio è solo rimandato. Importante che la dea bendata sia impegnata altrove, mollando la presa. Idem per Fenati, a Le Mans costretto a un nuovo ritiro (il terzo in cinque round!), stavolta per il riacutizzarsi del dolore alla caviglia, dopo l’high-side nelle FP4, con un ottimo terzo tempo. La ruota dovrà pur tornare a girare per il verso giusto anche per Romano, deciso a non mollare e a recuperare il terreno perduto. Il pacchetto piloti-moto-team non è secondo a nessuno, come più volte dimostrato anche in questo inizio di stagione: c’è il potenziale per tornare a lottare per podio e vittoria in ogni gara. Con ancora 14 GP da disputare tutto è possibile, anche il titolo mondiale. Serve serenità, concentrazione, convinzione da parte di piloti assai motivati e del super Team di Giancarlo e Mirco Cecchini cui non mancano certo le esperienze e le qualità professionali, tecniche e umane, per puntare al raggiungimento dei traguardi più prestigiosi. Al Mugello, il gran rilancio con Tony e Romano sul podio?
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