MotoGP, “romba” il mercato piloti

Alla vigilia del sesto round stagionale in MotoGP si ragiona e si lavora già in ottica 2020, sia riguardo alle nuove moto, sia riguardo al mercato piloti

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 22 mag 2019
MotoGP, “romba” il mercato piloti

Siamo solo alla vigilia del sesto round stagionale ma in MotoGP si ragiona e si lavora già in ottica 2020, sia riguardo alle nuove moto, sia riguardo al mercato piloti. Anticipare il futuro in questo modo è una scelta giusta imposta dalle regole di uno sport iper tecnologico e da quelle dello show-business dominato dall’immagine e dalla comunicazione o c’è una esagerazione che può intanto nuocere alla realtà odierna – quindi a questo campionato e ai suoi protagonisti – togliendone appeal e rischiando di destabilizzare i diretti interessati e tutto l’ambiente?

Sulla bilancia si possono mettere da una parte, in positivo, molti esempi, e dall’altra, altrettanti esempi, in negativo. Qui ne ricordiamo uno solo, riguardo al passato rapporto Lorenzo-Ducati, un matrimonio fallito anche per troppa impulsività dei diretti interessati e per l’eccessiva pressione del mercato piloti avviato in grande anticipo, un po’ come sta accadendo quest’anno.

Comunque, nel paddock e dintorni, c’è già gran fermento perché non sono pochi i passaggi previsti per la prossima stagione e non solo nella classe regina. Soprattutto c’è un fiorire di abboccamenti fra gli “emissari” di piloti e Team, per guardare addirittura già oltre il 2020, quando a cominciare dalla MotoGP ci sarà la “rivoluzione” generazionale.

Il punto fermo, attorno al quale tutto ruota e ruoterà per un bel po’, è rappresentato dal 26enne Marc Marquez (quindi 28 anni nel 2011), tenuto ben saldo dalla Honda. Poi, perno che fa ruotare tutti gli ingranaggi del Circus e “pilota-collante” fra le due generazioni, c’è Valentino Rossi: se il Dottore abbandonerà (Dio non voglia!…) nel 2021 a 42 anni, ci sarà il rimescolamento dei bussolotti e si apriranno nuovi scenari, entrando davvero in una inedita epopea. Fra Rossi e Marquez c’è un ventaglio di piloti di gran peso (fra questi il 33enne Dovizioso, il 32enne Lorenzo, il quasi 30enne Petrucci ecc.) che fra due stagioni attaccheranno il casco al chiodo o cambieranno categoria.

Va ricordato che oggi alla porta della MotoGP bussano forte piloti compresi fra i 25 e i 20 anni: Morbidelli (25), Rins, Vinales, Miller (24), Mir, Bagnaia (22), Quartararo (20!) ecc. Non solo. Almeno due-tre piloti poco più che ventenni, oggi in Moto2, sono pronti già dal 2019 per il gran salto in MotoGP, così come altri “giovani leoni” della Moto3 scalpitano per salire di categoria. Insomma, c’è gran fermento per preparare il futuro che è già oggi, cogliendo le opportunità che via via si presenteranno. In questo scenario sorge, fra le altre, una domanda: ci sono più piloti che (buone) selle? O, ribaltando il concetto: non è forse che oggi la “quantità” dei piloti che puntano alla moto e al Team ufficiale va a discapito della “qualità”, rischiando di fare il passo più lungo della gamba?

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