Moto3, da “giovani leoni” a “vecchi volponi”?

Nella Moto3 iridata, quest’anno, a dettar legge non sono i “baby” di primo pelo ben sotto i 20 anni ma i “veterani”

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 23 mag 2019
Moto3, da “giovani leoni” a “vecchi volponi”?

Nella classe cadetta del Motomondiale, quest’anno, a dettar legge non sono i “baby” di primo pelo ben sotto i 20 anni ma i “veterani” ultra… ventenni, con alle spalle solide esperienze nel Cev e nel Civ e impegnati nel Motomondiale da più stagioni. Non mancano eccezioni ma questo è il vento che tira. Ciò non significa necessariamente un abbassamento del livello qualitativo dei partecipanti ma è indubbio che se questa tendenza dovesse proseguire e rafforzarsi si rischia di incidere negativamente sulla filosofia del campionato che è quello di individuare e far maturare (in fretta) le nuove leve per poi prepararli e spingerli al salto nelle categorie “superiori”.

Insomma, la Moto3 non può trasformarsi in un “parcheggio” per piloti che, per necessità o per impossibilità, non si schiodano da lì dimenticandosi di essere considerati “giovani leoni” e assumendo via via il ruolo di “vecchi volponi”. La controprova? Nell’ultima gara di Le Mans ha vinto meritatamente l’ottimo John MCPhee, ultra 25enne, al suo ottavo anno (!) in Moto3. Andiamo avanti. Diamo un’occhiata alla classifica dopo i primi cinque round stagionali.

In testa (74 punti) c’è Aron Canet, 20 anni ma già alla sua quarta stagione nel mondiale Moto3. Al secondo posto c’è Lorenzo Dalla Porta (60 punti), a giugno entra nei 23 anni, alla sua quinta stagione iridata, uno dei più autorevoli candidati al titolo 2019. Segue Niccolò Antonelli (57 punti), 23 anni e mezzo, alla sua ottava stagione in questa categoria. Per… fortuna che, dopo il tris di testa, c’è un terzetto “junores” composto da Kaito Toba (51 punti), 19enne alla sua terza stagione mondiale, il più giovane corridore giapponese ad aver vinto una gara iridata; da Jaume Masia (49), anche lui 19enne al terzo anno nella categoria mondiale; da Celestino Vietti (45), non ancora 19enne, alla sua seconda stagione mondiale.

Poi, però, torniamo ad alzare la media con altri tre “seniores”: Andrea Migno (40 punti), 23enne al sesto anno nella categoria mondiale; Gabriel Rodrigo (37 punti), anch’egli 23enne al sesto anno nella Moto3 iridata; e il già citato John McPhee, sopra i 25 anni con ben otto stagioni in questa categoria. Fra gli “attempati” possono essere annoverati anche Antonelli (23 anni), Suzuki (22 anni), Booth (23 anni), Rodrigo, Arenas, Ramirez più o meno tutti sul crinale fra i 22 e 23 anni e il 26enne Jacub Kornfeil. Quindi Romano Fenati, rientrato qui quest’anno dopo il travagliato 2018 in Moto2, l’ascolano che a gennaio ha spento 23 candeline debuttando (magnificamente) nel Mondiale Moto3 nel 2012. Mentre fra i “baby”, oltre a quelli già sopra citati, figurano Garcia (16 anni), Oncu (16 anni), Lopez (17 anni), Riccardo Rossi (17 anni), poi Foggia (18 anni), Salak (18 anni), Ogura (18 anni), Toba (19 anni), Fernandez (19 anni), Sasaki (19 anni) e Toni Arbolino (19 anni), oggi la “promessa” d’assalto e più convincente del vivaio tricolore. Questo il quadro. Con dietro, a spingere, tanti “ragazzini” di belle speranze nel Civ e soprattutto nel Cev: promesse che, senza il tempestivo ricambio nel mondiale Moto3, rischiano di rimanere … tali. Cioè “giovani leoni” che, prima o poi, perderanno gli artigli per la legge del tempo che inesorabilmente passa.
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