MotoGP: Lorenzo chiede a Honda, Marquez replica duramente

Lorenzo chiede, Honda punta su Marquez. Il dream team comincia a mostrare segni di debolezza: Marquez replica alle richieste del compagno, Lorenzo decide che è meglio volare in Giappone e lavorare a stretto contatto con la casa madre.

Di Francesco Pepe
Pubblicato il 3 giu 2019
MotoGP: Lorenzo chiede a Honda, Marquez replica duramente

Il cosiddetto dream team di Honda comincia a “creparsi”, sfiorando l’assurdo. Un pilota leader del Mondiale e l’altro a lottare per accaparrarsi qualche punto “salvezza” (volendo prendere in prestito un termine calcistico). Al Mugello, l’ennesima dimostrazione: Marquez, seppur in una pista che non gli è mai andata troppo giù, a lottare per la vittoria fino all’ultimo giro, Lorenzo a chiudere il weekend con una deludente 13ª posizione.

Sappiamo tutti come andò lo scorso anno. Jorge cominciava a carburare sulla sua Ducati Desmosedici e tingeva di rosso le colline toscane. Ieri il maiorchino si è visto passare, negli ultimi e difficilissimi giri, dall’Aprilia di Aleix Espargaró e da Joan Mir, senza mai nemmeno rischiare di entrare nella top ten. E allora comincia a muoversi qualcosa. Lorenzo chiede a Honda, Honda si impegna, ma preferisce puntare sul leader del campionato. E poi lo stesso leader Marc Marquez, che non le manda a dire e, all’indomani del GP d’Italia, replica così alle richieste del compagno di squadra:

“Anch’io vorrei una moto migliore. Se si lamenta di questa moto non ha idea di cosa fossero le moto del 2015 e del 2016. Se vuole miglioramenti deve prima stare davanti perché è dietro a me, ma anche a piloti come Crutchlow e Nakagami”

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E allora, se Jorge non riesce a stare davanti con questa Honda, qual è la soluzione? Prendere il primo aereo per il Giappone, andare di persona in casa madre e lavorare sulla posizione in sella alla RC213V. Almeno questa è l’idea del maiorchino per dare una scossa alla sua stagione. Si, perché secondo lo stesso Lorenzo, migliorare l’ergonomia della moto e far si che si senta meno la fatica in gara, potrebbe risolvere già la metà dei problemi. Non sarà la soluzione definitiva, ma è giusto provarci e portarsi avanti per avere una moto semplice e precisa alla guida.

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Lorenzo, quando arrivò in Ducati come pilota di punta, si ritrovò in mano una moto potentissima, ferma sull’anteriore, ma indietro sotto tanti altri aspetti. Con pazienza e tanto lavoro, la Desmosedici è migliorata e oggi è una delle moto più equilibrate del campionato. In Honda la faccenda è diversa. Qui è la seconda punta, il pilota da portare sul tetto del mondo è e resta Marquez, ma il maiorchino non vuole far polemica:

” Credo in un piano B per soddisfare anche il secondo pilota”. 

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Un Lorenzo che, quindi, continua a sostenere il progetto Honda, percepisce la volontà del team e crede che, per potenziale economico e storico, la casa giapponese può dare una mano a tutti i piloti.

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