Moto3: Rodrigo, prima pole! Ma Arbolino è lì

La Moto3 apre le danze delle qualifiche in modo avvincente e anche rocambolesco premiando Gabriel Rodrigo, con la sua prima pole 2019 da record (1’48.450).

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 15 giu 2019
Moto3: Rodrigo, prima pole! Ma Arbolino è lì

La classe cadetta apre le danze delle qualifiche in modo avvincente e anche rocambolesco premiando alla fine l’argentino 23enne Gabriel Rodrigo, con la sua prima pole 2019 da record (1’48.450), mezzo secondo più veloce del miglior tempo di Bastianini nel 2018. Sette piloti diversi in pole nei primi sette round stagionale la dice lunga sull’aria che tira nella definizione della griglia di partenza della Moto3.

Rodrigo, gran tempismo e nervi saldi, è giunto primo davanti al superbo Ogura (+0.021) passato dalla Q1 e ad Arbolino (+0.314), ancora super positivo, quarta prima fila 2019 e settima in carriera, unico italiano nella top ten assieme allo sfortunato Dalla Porta (9° tempo: +0.850 ma poi passato 8° per la retrocessione di Masia) atterrato nell’ultimo giro disponibile da un fin troppo arrembante Antonelli, caduto due volte e sanzionato per “guida irresponsabile” alla pari di Foggia e Masia, retrocessi di ben 12 posizioni in griglia.

Nessun italiano, quindi, in seconda fila con tre mastini praticamente appaiati: Suzuki (0.332), anch’egli dalla Q1, il leader mondiale Canet (+0.346) liscio liscio quinto, Arenas (+0.359). A seguire il 7° Lopez (+0.622), poi Masia (+0.629) che comunque sarà retrocesso per aver rallentato nelle prove, e il già citato Dalla Porta che così guadagna una posizione, da 9° a 8° con McPhee che chiude la top ten a un secondo dal primo (+1.004), seguito da Migno (+1.111) e Ramirez. Gli altri italiani: 17esimo Antonelli, sesta fila (1’48.540), 22esimo Fenati, ottava fila (1’49.735), 24esimo Foggia (1’49.783).

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Rodrigo, pilota del Team Gresini, ha davvero fatto un miracolo: intanto perché ha da poco (lunedì dopo il Mugello!) effettuato un intervento chirurgico alle braccia per sindrome compartimentale, poi perché ha gestito con tattica magistrale il tempo a disposizione, scendendo in pista né troppo presto e né troppo tardi, senza cioè subire condizionamenti di chi si aggancia alla ruota posteriore per utilizzare la scia ma anche senza patemi d’animo riuscendo a compiere addirittura tre passaggi “a manetta”, da solo. Da lì, il tempo, anzi il tempone.

Più o meno è quello che ha fatto anche Arbolino, in palla e di più dopo il recente trionfo del Mugello con la ciliegina dorata della pole, che ha atteso fino all’ultimo secondo utile per poi lanciarsi in pista a fionda e realizzare il suo bel tempo. Davanti c’è un filotto di Honda, spezzato dalla Ktm del Team di Max Biaggi affidata a Canet. Da segnalare, anche, che quest’anno il gap fra il primo e il decimo è di un secondo mentre nel 2018 era stato della … metà (10° Dalla Porta +0.573). La gara è un’altra storia? Non ci sarà un unico trenino tipo Mugello, anche se non mancheranno bagarre con una decina di piloti divisi in tre, quattro tronconi. Altro colpaccio di Arbolino? Tutt’altro che scontato. Ma le premesse ci sono tutte.

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