SBK, Rea da cannibale a squalo. Bautista in difesa, si salva
Alla fine, fra scrosci d’acqua e lampi di fulmini e rombi di tuono e dopo due partenze, Gara1 di Misano si è fatta, con dignità tecnica e valore agonistico, con un podio di tutto rispetto e il trionfo di Rea
Alla fine, fra scrosci d’acqua e lampi di fulmini e rombi di tuono e dopo due partenze, Gara1 di Misano si è fatta, con dignità tecnica e valore agonistico, con un podio di tutto rispetto: Rea davanti a tutti sul gradino più alto, indisturbato dopo la caduta di Lowes, seguito dal ritrovato Sykes con il primo podio Bmw e da Bautista che così limita i danni. C’è, diciamo così, una morale da trarre ed è quella che pur in condizioni limite per l’inclemenza di Giove Pluvio, si può correre senza rischi oltre misura: vuoi per la maturità e le esperienze dei piloti, vuoi per il pacchetto tecnico gomme-telaio-elettronica, vuoi per un circuito che è in grado di garantire sicurezza, pur se al limite. In altre parole, le corse sono un rischio, sempre, e in condizioni come quelle di oggi a Misano, il rischio aumenta: sta ai piloti valutare, calcare quel rischio e rapportare di conseguenza la propria prestazione e quella del proprio mezzo. Si deve correre sempre e comunque? No! Le corse non sono una corrida. Ma oramai con troppa faciloneria si mette fuori la bandiera rossa, si rinvia lo start della gara, la si sospende. Tant’è che, ripetiamo, la gara si è poi effettuata nelle stesse condizioni di quelle che avevano portato prima al rinvio e poi allo stop. Le cadute? Sono più o meno quelle che accadono in un qualsiasi round del WSBK o, se più aggrada, quelle da mettere nel conto per una corsa sul bagnato-bagnato.
La classifica della gara rispecchia i valori in campo in queste particolari condizioni dove, va detto, si è girato su tempi sul giro di tutto rispetto. Così Rea è imprendibile, cioè imbattibile, il più completo, capace di tenere aperta la lotta con Bautista per il titolo mondiale, adesso con un gap di 32 punti. Sykes resuscita in un circuito che pare cucito addosso con una Bmw di grande guidabilità e sostanza. Bautista non è certo un pesce fuor d’acqua ma il bagnato è il suo tallone d’Achille, non senza preoccupazioni in ottica di campionato perché la pioggia può tornare in futuro. Comunque Alvaro ha gestito la difficile situazione con freddezza, puntando a non commettere errori e a perdere meno punti possibile rispetto all’anfibio Rea: un obiettivo raggiunto anche grazie a un problema tecnico per Davies e alla caduta di Haslam.
Peccato per Davies, alla fine quinto per un inconveniente alla sua moto, dopo aver mantenuto la terza piazza. Bravo Baz, nella morsa delle due Rosse ufficiali, con l’illusione di poter superare anche Bautista ma obiettivo mancato grazie alla maggiore accelerazione della V4 e anche alla tattica conservativa ma efficace dello spagnolo. Peccato soprattutto per Lowes, capace persino di guidare l’infernale carosello, ma poi a terra, tradito dall’eccesiva foga. Come dire, conferma di un pilota assai veloce ma anche con limiti sulla possibilità di concretizzare il risultato. Così la Yamaha, invece di raccogliere meritate soddisfazioni, esce con i suoi due piloti azzerati, Van Der Marck addirittura fratturato e in ospedale dopo il gran volo di ieri e oggi con Lowes nel ghiaione, infangato. Comunque anche la prestazione di Baz a un soffio dal podio e il sesto posto in rimonta di Melandri frenato da qualche sbavatura dimostrano il potenziale della moto di Iwata. Stesso discorso per Haslam, anche lui a terra quando oramai il podio pareva cosa fatta. Nel festival di cadute vanno ricordati i piloti Barni, Pirro e Rinaldi.
Ultima considerazione. Che dire dello sbracciarsi di Alvaro Bautista nel corso del giro di ricognizione per esternare la propria contrarietà a correre sotto l’imperversare del maltempo? E’ una scelta personale legittima anche se forse non del tutto opportuna da parte di un pilota che già a Imola, in una situazione diversa e assai più a rischio, si era reso protagonista nel dire assolutamente “no” a gareggiare in quelle condizioni. Diciamo che lo spagnolo della Rossa V4 si è espresso oggi con “eccesso di zelo”, anche perché più o meno in contemporanea la direzione gara aveva già deciso il rinvio della corsa. Con quel suo gesto Bautista poteva far passare l’idea – certo non rispondente alla realtà – di essere un pilota che, almeno su questa Ducati e in certe condizioni, non vuol correre sul bagnato. Il resto in cronaca.