Moto3 Assen: “giovani leoni” italiani, fuori gli artigli!
Nella classe cadetta del Motomondiale, quest’anno, a dettar legge non sono i “baby” di primo pelo ben sotto i 20 anni ma i “veterani” ultra… ventenni...
Il circuito permanente di Assen di di Km 4.542 teatro dell’odierno GP d’Olanda, è solo un lontano parente del Circuit van Drenthe di 28,4 Km dove si è corso dal 1925 al 1955, ma resta pur sempre di gran fascino, tecnicamente superbo, da conservare il titolo di “cattedrale” del motociclismo. Vincere al TT olandese ha un sapore particolare e, soprattutto per i giovani piloti, rappresenta un traguardo assai ambito perché qui spesso si sono scritte pagine di gloria del motociclismo con la consacrazione di grandi campioni. Così assume un significato particolare la Moto3, la categoria di maturazione e di lancio dei “giovani leoni”, dove gli italiani sono attesi per confermarsi non solo protagonisti ma capaci di vincere, anzi di fare l’en plein, una prova di forza, occupando i tre gradini del podio, puntando diritti al titolo mondiale, mai raggiunto nella classe cadetta.
Il bilancio dopo i primi sette round non è negativo ma non è esaltante, al di sotto delle aspettative, con gli italiani vincitori solamente in due gare: Antonelli a Jerez e Arbolino al Mugello. C’è, a dire il vero, il contorno e il conforto dei piazzamenti con argento e bronzo: i “secondi” di Dalla Porta (Jerez, Le Mans e Mugello), i “terzi” di Arbolino (Argentina), Migno (Texas), Vietti (Jerez e Barcellona), i tanti piazzamenti nella top five e nella top ten. C’è anche da considerare gli interventi “extra” della sfortuna, come ad esempio nell’ultima gara al Montmelò, con l’out di Dalla Porta e di Arbolino, per guai tecnici alle loro Honda, problemi che da tempo non avvenivano. Ma, si sa, così vanno le cose, specie in una Moto3 al color bianco, con una selezione durissima dove anche le cadute incidono per definire il risultato in gara e in ottica campionato.
Campionato che vede al comando il regolare e veloce volpone Canet sulla Ktm (103 punti) davanti a Dalla Porta (80) e Antonelli (75), con Vietti quarto (68), Arbolino sesto (51), Migno decimo (40), Foggia dodicesimo (36), Fenati 21esimo (16). La classifica riflette i reali valori in campo? Questi sono i numeri e questi contano. La morale è che non basta andar forte e tirare spesso il “trenino” perché quel che conta è alla fine tagliare il traguardo davanti agli altri. Gli italiani hanno chance di vittoria? Sì. Ma vietato fare i “preziosi”, vietato cullarsi sugli allori, vietato illudersi, vietato sbagliare. Ad Assen serve invertire la rotta, andando ben oltre il risultato del 2018 quando Canet giunse secondo in volata dietro Martin e gli italiani agguantarono il podio con Bastianini e la sesta piazza con Dalla Porta.
E’ giunta l’ora di passare da giovani promesse a solide certezze. Ciò vale soprattutto per piloti oramai “veterani” in Moto3 quali Fenati, Antonelli, Migno, ma anche Dalla Porta, Foggia ecc. Tutti gli italiani presenti in Moto3 dispongono di moto e team competitivi, alcuni – in primis Dalla Porta – con un pelino in più. Chi ha, dia. Non servono annunci, ma risultati. Abbiamo già scritto che nella classe cadetta del Motomondiale, quest’anno, a dettar legge non sono i “baby” di primo pelo ben sotto i 20 anni ma i “veterani” ultra… ventenni, con alle spalle solide esperienze nel Cev e nel Civ e impegnati nel Motomondiale da più stagioni. Non mancano eccezioni ma questo è il vento che tira. Ciò non significa necessariamente un abbassamento del livello qualitativo dei partecipanti ma è indubbio che se questa tendenza dovesse proseguire e rafforzarsi si rischia di incidere negativamente sulla filosofia del campionato che è quello di individuare e far maturare (in fretta) le nuove leve per poi prepararli e spingerli al salto nelle categorie “superiori”. Insomma, la Moto3 non può trasformarsi in un “parcheggio” per piloti che, per necessità o per impossibilità, non si schiodano da lì dimenticandosi di essere considerati “giovani leoni” e assumendo via via il ruolo di “vecchi volponi”. Assen è già qui. La parola alla pista.
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