SBK: Bautista-Ducati, e se la corda si spezza?

Nel motociclismo di oggi spesso più dell’orgoglio conta l’ingaggio. La controprova viene dal rapporto in Sbk fra Alvaro Bautista e la Ducati dove pilota e Team mostrano i muscoli arroccati nelle rispettive posizioni

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 25 lug 2019
SBK: Bautista-Ducati, e se la corda si spezza?

Nel motociclismo di oggi spesso più dell’orgoglio conta l’ingaggio. La controprova viene dal rapporto in Sbk fra Alvaro Bautista e la Ducati dove pilota e Team mostrano maldestramente i muscoli arroccati nelle rispettive posizioni. E’ una matassa sempre più ingarbugliata che rischia di compromettere e condizionare negativamente l’immagine e il futuro sia del pilota spagnolo che della Casa bolognese. La storia è nota e non stiamo qui a ripeterla. Fatto sta che il “matrimonio” fra Alvaro e la Rossa, dato per scontato anche perché spinto dai grandi risultati arrivati come uno tsunami nella prima fase del campionato, alla fine – con soli 4 round del WSBK 2019 ancora da disputare – non si sa più se si farà. Il motivo? Pesano indubbiamente i risultati negativi di Bautista nella seconda fase del mondiale – di fatto il nuovo vessillifero della V4 ha buttato al vento con un filotto di errori (cadute) un mondiale dato con eccesso di ottimismo al limite dell’ingenuità già per vinto – che hanno evidentemente reso meno disponibile Ducati nel concedere al pilota quel che chiedeva contrattualmente: in sostanza un ingaggio biennale “pesante” economicamente, pari a quel che Kawasaki concede al suo pluri iridato e leader (a sorpresa…) del campionato Rea.

Ora, non c’è da scandalizzarsi per un iter contrattuale apparentemente semplice ma incagliatosi di fatto per questioni di… soldi, perché fra pilota e Casa la componente “denaro” e affini che lega le due parti nero su bianco conta e come. Ducati, da tempo (dal round di Misano), ha passato ad Alvaro la bozza dell’accordo aspettandosi di ricevere il “tutto ok”. Ciò non è avvenuto perché evidentemente il pilota ha alzato il tiro, pretendendo di più: un trattamento – come già detto – alla Rea. Tocca a Ducati adesso, oramai in zona Cesarini, venire incontro, almeno in parte, a quanto Bautista chiede. Non si tratta di appigli legati a questioni di lana caprina, tanto meno di arroccamenti formali per dimostrare i propri muscoli. Insomma, in questi casi, la borsa va allargata (il giusto) e soprattutto va messo da parte l’orgoglio, che in una trattativa non è mai un buon consigliere. Ciò vale se però a Borgo Panigale credono davvero (ancora) nel “valore aggiunto” di Alvaro sulla V4 Rossa in Sbk. Altro discorso se invece qualche dubbio è sopravvenuto, soprattutto riguardo alla tenuta del pilota in condizione di pressione e di stress da leader del campionato e a “quanto va” davvero il pilota in una condizione particolare ma tutt’altro che rara, quella della corsa sul bagnato.

Insomma, se Ducati crede davvero in Bautista pilota che fa la differenza, chiude subito la trattativa con una proposta “congrua”. Altrimenti, amen, pagandone il fio. Sulla diatriba in corso non ha favorito il comportamento di Bautista che ha appena confermato l’interessamento della Honda per averlo nel WSBK quale punta di diamante di un novo progetto della Casa dell’Ala dorata nel mondiale delle derivate. Tutto legittimo, per carità. Il progetto Honda è però ancora sulla carta mentre la nuova V4 Ducati ha dimostrato in pista, con qualche limite di gioventù, quanto vale. Se poi Alvaro, come sembra, usa questa nuova sua possibilità di essere ingaggiato dalla Casa giapponese come arma di condizionamento (c’è chi lo chiama “ricatto”) nei confronti della Ducati per alzare il tiro e la posta, allora il rischio che salti tutto è reale. Ripetiamo: nella fase della definizione dei rapporti contrattuali tutto è legittimo. L’impressione, forse non solo l’impressione, è che Bautista non abbia più la testa in questo campionato 2019 ma sia tutto preso dal suo futuro, Ducati o Honda, una scelta decisa dal peso della moneta. Ducati avrà i suoi limiti nella gestione piloti ma in questo caso non si può più dire che, quanto meno rispetto alla buona volontà, non ce l’abbia messa tutta. Alvaro, occhio! A forza di tirare, la corda si spezza. Il monito viene dalla Bella di Torriglia, colei che “tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia”.

Ultime notizie