Ruben Xaus: "Bautista ha svegliato Rea e la Kawasaki"

Ruben Xaus, ex pilota spagnolo di Superbike e MotoGP, ha analizzato l'attuale situazione del Mondiale Superbike la crisi nera di Alvaro Bautista

Di Manuele Cecconi
Pubblicato il 29 lug 2019
Ruben Xaus:

216 gare iridate della Superbike, 11 vittorie e un secondo posto nel Mondiale delle derivate di serie datato 2003. Ruben Xaus è stato uno dei piloti più spettacolari del WSBK, campionato nel quale tornò nel 2006 dopo aver tentato senza successo la fortuna in MotoGP: il pilota spagnolo, vice-iridato dietro al compagno di squadra Niel Hodgson ormai 17 anni fa, collabora ora con l’Avintia Racing Team nel Motomondiale, ma continua a seguire con interesse le accese vicende che infiammano la Superbike soprattutto dopo l’arrivo di Alvaro Bautista.

Il talaverano, dominatore della prima parte di stagione, è incappato in una serie di cadute in cui ha buttato all’aria tutto il vantaggio che aveva accumulato su Jonathan Rea. Ora è secondo e accusa ben 81 punti dal rivale nordirlandese, un gap che sarà difficilissimo da recuperare per lo spagnolo. “E’ come se ci fossero stati due campionati diversi. E’ in corso una battaglia tra Bautista e Rea che ha visto il primo dominare la prima parte di stagione, ma successivamente le attese modifiche al regolamento sono intervenute” ha spiegato Xaus parlando della crisi del pilota Ducati, un marchio con cui ancora collabora dopo sei stagioni corse assieme in SBK “Quando una moto funziona bene viene ‘limitata’ nelle caratteristiche che ti permettono di guidare bene, anche lo stile guida ne risente. La moto è meno competitiva, la pressione aumenta e i rivali si fanno più ‘affamati’. Ecco perché il dominio del WSBK è passato da Alvaro a Johnny”.

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Allo spegnersi dei semafori rossi del 2019 le prestazioni di Bautista e della Panigale V4 hanno preso in contropiede Rea e la Kawasaki, che inizialmente hanno forse sottovalutato l’accoppiata formata dall’ex MotoGP spagnolo e dalla nuova quattro cilindri di Borgo Panigale. Il britannico e gli uomini di Akashi, però, sono riusciti a mantenere la calma e a ritrovare la trebisonda, per poi passare al contrattacco quando il regolamento è intervenuto a livellare le prestazioni.

“Rea ha imparato molte cose nella prima parte di stagione, poiché ha avuto a che fare con un rivale forte che mai aveva avuto prima. Ha spadroneggiato per quattro anni, e improvvisamente è arrivato uno che lo ha preso a sberle in faccia” ha dichiarato Xaus, che conosce molto bene il Campione del Mondo visto che è stato compagno di squadra di Johnny nel 2011, quando entrambi correvano sotto le effigi del team Honda Castrol Ten Kate “Jonathan ha imparato molto in queste prime gare, non si è innervosito e non ha iniziato a commettere errori, e questo gli ha permesso di arrivare sempre secondo. Poi, quando lo modifiche sono intervenute come da regolamento le prestazioni delle moto si sono livellate, e lui è tornato alla vittoria […] Lui ha capito che anche se hai vinto quattro titoli non puoi metterti a dormire. E’ che risveglio è stato, sia per lui che per il team! E’ servito molto anche a Kawasaki per non adagiarsi sugli allori”.

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Johnny è stato bravo ad incassare, a mantenere la lucidità nonostante un le ripetute sconfitte. La resilienza dimostrata da Rea ha probabilmente contribuito a mettere pressione su Bautista, che per l prima volta dopo moltissimi anni si è trovato nella possibilità concreta di conquistare un Mondiale: molti anno iniziato a credere che Alvaro avesse già il titolo in mano, “condannando” lo spagnolo a continuare a vincere a ripetizione.

Una situazione, questa, che secondo Ruben non ha certo influito positivamente sulla concentrazione del portacolori di casa Ducati: “A inizio Campionato Alvaro non aveva pressione, nessuno si aspettava nulla da lui. Questo gli permetteva di dire a sé stesso ‘Finché tutto va bene, io continuo a spingere’. Ma se una gara va male la pressione inizia a farsi sentire, e aumenta ancora se altre gare non vanno per il meglio: si accumula se continui a fare errori, soprattutto se il tuo rivale non ne commette”.

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“Per di più a metà stagione sono arrivati là davanti anche altri piloti, come Chaz Davies e gli altri ad Assen, Imola e Laguna Seca” ha aggiunto l’ex pilota catalano “Il vento per Alvaro ha iniziato a soffiare in direzione opposta, i suoi rivali sono abituati a lavorare sotto pressione e stanno gestendo la situazione meglio di lui. Agli occhi di un profano sembra che Bautista si sia dimenticato come si guida, mentre all’inizio stagione quello cambiato sembrava Rea… è tutto amplificato rispetto alla realtà. Mi dispiace di una cosa: non aver visto ancora delle battaglie corpo a corpo, uno contro diretto e duro tra di loro fino ad ora è mancato”.

Inutile dire che Xaus non considera affatto chiusa la corsa al Mondiale: i recenti eventi insegnano che nel motociclismo può succedere di tutto, e nemmeno gli 81 punti di vantaggio bastano a Rea per sentirsi al sicuro. Bautista e la Ducati, passato lo shock, riusciranno a reagire, e ad Akashi devono prepararsi ad contrastare una probabile controffensiva. “Mai dire mai, specialmente ora che ci sono tre gare per round… significa che ci sono ancora un sacco di punti da assegnare” ha concluso Xaus “Può succedere di tutto, un incidente o un infortunio… ovviamente nessuno se lo augura, ma sono cose che possono rimescolare le carte. Fino alla fine non puoi sapere chi sarà Campione del Mondo!”.

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