MotoGP, Marquez tiene tutti al “guinzaglio”
Marquez domina a Brno e allunga in classifica: bagnato o asciutto o asfalto a macchia di leopardo, non c’è trippa per gatti
Se c’è una domanda oziosa, meglio dire inutile, è se Marquez oggi a Brno ha giocato o no a gatto col topo. Che dire dopo quel che Marc ha fatto ieri nella stratosferica pole “ammazzatutti” e oggi in una corsa dominata dall’inizio alla fine illudendo in primis Dovizioso, costretto a vedere il battistrada involarsi in gara fino a passare solitario per primo sotto il traguardo con due secondi e mezzo di vantaggio e, quel che è peggio, allungare ancora di più in classifica generale con un vantaggio di 63 punti?
Se proprio costretti, rispondiamo: Marquez ha tenuto il Dovi al guinzaglio, allungandolo e accorciandolo a proprio uso e consumo con una corsa in solitaria e una vittoria che non ammette nessun “se” e nessun “ma”. Bagnato o asciutto o asfalto a macchia di leopardo, non c’è trippa per gatti. Il vero sussulto l’ha fatto vivere comunque Marquez, a otto giri dal termine, con un salvataggio in extremis dopo aver perso il piede sinistro dalla pedana. Di fatto il replay, l’ennesimo, di quanto già fatto vedere in passato dal fenomenale funambolico asso spagnolo. Insomma, Marquez ha scelto una condotta di gara conservativa, con un unico obiettivo: vincere. Stare davanti a tutti, senza strafare, uscire anche da Brno con il bottino pieno lasciando a Dovizioso la soddisfazione di essere il primo dei “terrestri” e alla Ducati, qui con la nuova carenatura ancora più profilata, l’illusione che vincere il mondiale è possibile, ma l’anno che verrà, non questo. Già. Stando all’aritmetica, il mondiale resta aperto ma stando a quel che si è visto anche oggi a Brno dopo quel che si era visto prima della pausa estiva, il campionato è chiuso, anzi “blindato” da un Marquez e da una Honda davvero in questa fase che può definirsi un’epopea, imprendibili.
Non è vero, come titola il sito ufficiale della MotoGP-Dorna che c’è stata (e c’è) una lotta “a quattro”. Marquez rifila due secondi e mezzo a Dovizioso, tre secondi e mezzo a Miller, quattro secondi e otto a Rins, sei secondi a Crutchlow con la Honda, oltre nove secondi al caparbio Rossi, dodici secondi a Quartararo, quasi quattordici secondi a Petrucci, più di quindici secondi a Nakagami, 16 secondi e mezzo a Vinales, decimo. Punto. I regolamenti di queste ultime stagioni hanno consentito un rimescolamento dei bussolotti con le moto di Case diverse più vicine fra loro che in passato. Resta però netta, al di là del peso quantitativo dei distacchi inferti ogni volta, la superiorità del binomio Marquez-Honda dove – va detto – il valore aggiunto è dato dal manico del pilota “marziano”. Tutto qui? Tutto qui. Il resto può anche essere piacevole a vedersi e non privo di interesse tecnico-agonistico ma, al di là dei virtuosismi artistici di Marquez – roba per palati fini – resta la lotta per il secondo posto, quella degli sconfitti. Stop, per adesso. Il resto in cronaca.