MotoGP pagelle, Marquez “bomba-H”. Quartararo l’erede?
Il lapis Rosso&blu di Massimo Falcioni
LA CORSA: 9+ Senza Marquez, sarebbe stata una abbuffata Yamaha, comunque non la festa di Rossi, dietro alle M1 di Quartararo e di Vinales. Ma il Cannibale c’è, trionfa affondando la lama alla Quercia, poi ebbro di gioia, punta con rabbiosa ferocia liberatoria i suoi due indici sull’asfalto, involandosi verso il suo ottavo titolo mondiale, con 93 punti di vantaggio, lo stesso numero in carena. Giù il cappello. Il popolo giallo ammutolisce. Anche quello rosso. Italiani? Nessuno sul podio. Il “Tricolore” s’affloscia. Aspettando i “giovani leoni”. Quali?
MARQUEZ: 10 e lode. Stra-t-o-s-ferico in corsa. Gli occhi dell’alieno di Cervera, dopo, dicono tutto. E di più. Con Rins out e il Dovi disperso dietro, infilzato il Pol-Ktm, Marc il “marziano” poteva anche accontentarsi, secondo. Ma non Marc il “cannibale” (o il “cinico”?) con uno storico trionfo nella “tana del lupo” che sa di beffa e illumina (anzi, abbaglia) come un Mondiale. O forse di più?
QUARTARARO: 10+ Perde nel rush finale il suo primo vero confronto diretto con Marquez ma ne esce ingigantito conquistandosi sul campo anche i gradi di… “capitano” Yamaha. Tatticamente poteva essere più “guardingo” senza fare da lepre? Accademismi da tastiera. Qui c’è gran talento, grande orgoglio, c’è il futuro che è già oggi. E’ lui il vero anti-Marquez?
VINALES: 8- S’illude, dopo la pole e con un tentativo di fuga iniziale, di fare il magico bis di Assen. Ma già al terzo giro, fulminato dal francesino con la M1 satellite e dal solito Marc, fino al decimo, tira i remi in barca. Poi si riprende ma il binomio di testa è oramai fuori tiro. Va comunque sul podio facendo marameo all’idolo tavulliano e vincendo così il derby della medaglia di legno. Domato (si fa per dire) Rossi, adesso per Maverick, il guastafeste in casa è Fabiò?
ROSSI: 7. Saranno le qualifiche opache da terza fila, sarà il solito avversario-tappo (stavolta la Ktm di Espargaro), sarò il destino cinico e baro ma per Vale il podio resta una chimera, figurarsi la vittoria. Altro che titolo “number ten”! Marquez è su un altro pianeta, anzi su un’altra galassia. E le due M1 davanti sono come due guardie svizzere pontificie. Anzi, uno…sberleffo. E il 20enne siculo-nizzardo Fabiò fa un altro sport. Doc, quale futuro?
MORBIDELLI: 7- Il primo allievo dell’Accademy tavulliana, il discepolo prediletto del Dottore, “rischia grosso” ingaggiando un duello (accademico?) con il suo maestro che alla fine gli sfila il posto dopo il podio. Bene. Sì, ma con la stessa M1 Quartararo fa il garone che fa infilandogli quasi 13 secondi! Allora?
DOVIZIOSO: 6- Parte al rallentì e prosegue con il ritmo del perdente. Nemmeno ci prova. Il trionfale 2018 è lontano. Aver fatto qui l’anno scorso il giro veloce (1’32.678) più forte di quello di Marquez ieri (1’33.355) e aver vinto nel 2018 andando in gara 20 secondi più veloce, poco conta rispetto a un risultato nebbioso che porta nel gorgo di -93 punti il gap in classifica. Tutta colpa del cambio di grip dell’asfalto?
P. ESPARGARO: 7+ la prima fila in qualifica la dice lunga sui passi avanti di Pol-Ktm. In gara ha tirato il collo a Rossi, poi al Dovi, quindi a Rins. Vi pare poco?
MIR: 6 e ½. Rientrato dopo oltre un mese dal brutto incidente nei test di Brno fa buoni tempi sul giro piazzandosi alla fine davanti alle Ducati di Miller e Petrucci. Buon rodaggio. Quando il gran rilancio?
MILLER: 5- L’unica soddisfazione (si fa per dire) è mettersi dietro l’ufficiale Petrucci. Un 9° posto con un gap di 26 secondi e mezzo dice tutto. Dov’è il Miller di inizio 2019? Il contratto firmato (idem Petrucci…) taglia le ali?
PETRUCCI: 4. Arriva sempre, ma chi l’ha visto il ternano? Chiude la top ten con un gap abissale di oltre mezzo minuto, travolto anche dalla Rossa targata Pramac dell’altro disperso Miller. Petrux, questione di peso, questione di stile? O questione di … manico?
RINS: 4- il vincitore (a sorpresa) dell’ultimo GP di Silverstone scompare a Misano. Unica perla il suo giro veloce (1’34.171) di 110 millesimi inferiore a quello di Mir. Ma naviga in corsa senza bussola fra uno svarione e un lungo, poi si stende alla curva 4. Che succede?
LORENZO: nc. Il 14esimo posto di Jorge (a oltre 47 secondi dalla vetta) in un circuito dove aveva trionfato per tre volte tolgono ogni residuo spiraglio di ottimismo sulla “resurrezione” a breve del maiorchino. Bandiera bianca?
CRUTCHLOW e NAKAGAMI: nc. Il primo finisce ancora a terra, il secondo chiude come fanalino di coda. Di Jorge abbiamo già detto. Che ne sarebbe della Honda senza Marquez?