SBK: Bautista-Ducati, volano stracci. Quando la svolta sul mercato piloti?

In un motociclismo incentrato sullo show-business, cioè sul grande giro di soldi che le corse creano e distribuiscono, non ci si può meravigliare se un pilota abbandona o sceglie una Casa al posto di un’altra per questione di denaro

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 27 set 2019
SBK: Bautista-Ducati, volano stracci. Quando la svolta sul mercato piloti?

Non bastasse quel che è successo, è davvero discutibile che adesso un amministratore delegato di una Marca come la Ducati metta in piazza, via twitter, una antipatica diatriba fra un suo pilota osannato fino a qualche mese fa e che ancora gareggia nel Wsbk con la Rossa ufficiale bolognese e una Casa che ha dimostrato più volte di non brillare nella gestione dei propri corridori. “Bau Bau – scrive l’a.d. Claudio Domenicali – afferma di aver lasciato Ducati per Honda quando noi abbiamo optato per Scott (Redding Ndr) e non si è trattato di soldi. Ma noi gli abbiamo fatto un’offerta a 6 zeri in due anni, l’ha rifiutata perché ne voleva di più, nient’altro. La vita è fatta di scelte”. Già, la vita è fatta di scelte. E vale per tutti. Si potrebbe ironizzare dicendo che forse il problema non stava nell’offerta a 6 zeri, ma nel … numero davanti ai 6 zeri. Quando un “matrimonio” finisce, anche nel motociclismo, le colpe non stanno mai tutte da una parte sola. In questo caso si è giunti all’epilogo di una vicenda partita con la fanfara e champagne grazie a un inizio di stagione talmente sfavillante (11 vittorie consecutive!) da non sembrare vero tant’è che alla fine è scoppiato come una bolla di sapone: a tre round dal termine Rea su Kawasaki, dato definitivamente sconfitto, guida dopo uno strabiliante recupero la classifica iridata con 91 punti di vantaggio su Bautista, praticamente con in tasca il suo quinto mondiale consecutivo.

Inutile ripercorrere le vicende di questa stagione che è stata buttata all’aria per limiti di un Bautista incapace di gestire la situazione, reggere alla pressione di un Rea mai domo, incappato in errori (con cadute) a ripetizione, specie nelle gare bagnate. Quando la situazione è passata su un piano inclinato fino a precipitare, Ducati non ha saputo (o potuto?) raddrizzarla, forse mancando quel feeling adeguato con il proprio pilota. Mancanza di umiltà del pilota, arroganza della Casa? La vera domanda è questa: se Bautista avesse vinto con la inedita Rossa V4 questo mondiale Sbk, si sarebbe giunti alla conclusione di rottura e alle sue code polemiche? No di certo, al di là dei 6 zeri. Comunque una brutta storia, l’ennesima in casa Ducati dove, oltre a perdere i mondiali, si rischia di continuare a perdere la faccia. Ultima considerazione. I rapporti contrattuali piloti-Case sono sempre stati delicati e complessi, soprattutto in questi ultimi anni dove girano montagne di soldi. Ma c’è anche un altro nodo ed è quello della gestione del mercato piloti, cioè dei tempi sempre più anticipati in cui si aprono e si sviluppano trattative, addirittura a metà stagione (e anche prima…), che, volenti o no, condizionano i rapporti fra piloti, Team e Case, persino i risultati. Non è ora di regolamentare ufficialmente e alla luce del sole il mercato piloti?

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