Marquez, non solo record: una risorsa per il motociclismo
Marquez già ai vertici dell'albo d'oro. Ma è pronto a battere nuovi record
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E’ finita come doveva finire con Marquez che ha fatto il Marquez, vincendo in un sol colpo gara e mondiale. Ha “giocato” a Buriram come ha “giocato” fin qui in tutto il campionato. Ciò non significa che oggi non abbia avuto avversari e che quella del fenomeno catalano sia stata e sia una strada piana, senza ostacoli, priva di rischi. Tutt’altro. Però, e in questo caso il “però” ha un forte significato sul piano qualitativo e su quello quantitativo, Marquez ha fatto e fa la differenza, dimostrando che oggi fra lui e gli altri in pista c’è una spanna che li divide. E’ imbattibile? Certo che no. Ma chi vuol togliere l’interrogativo deve farlo con i fatti, vincendo in pista, non solo in una battaglia ma nella guerra di un campionato fra i più combattuti, con i migliori piloti internazionali e con il fior fiore dell’industria mondiale. Uno scontro fra corridori-giganti spinti al rischio per la gloria e per l’orgoglio e per una torta mai così appetibile anche finanziariamente. Uno scontro fra colossi industriali per una questione di prestigio, di immagine, di sfida tecnologica, di conquista dei mercati.
In MotoGP più niente è lasciato al caso pur se alla fine la differenza la fa il manico. E ancora la differenza l’ha fatta il manico di Marquez, talentuoso quanto impepato e affamato: 26 anni e 231 giorni, sempre in prima linea, ora con otto titoli mondiali (sei in MotoGP) in saccoccia, spinto da un vento in poppa che può portarlo a battere ancora tanti record, scrivendo nuove pagine di gloria. Con i suoi 26 anni e 231 giorni Marquez è il pilota più giovane con sei titoli vinti nella classe regina, battendo in questo anche il mostro sacro Agostini che vinse il suo sesto titolo in 500 all’età di 29 anni e 25 giorni. Marquez è anche il più giovane a vincere otto titoli mondiali battendo il record dell’altro mostro sacro Mike Hailwood che conquistò l’ottava corona iridata all’età di 27 anni e 112 giorni. Non bastasse, Marquez eguaglia Agostini e Valentino Rossi, gli unici ad aver vinto almeno 6 titoli in classe regine. Ed è anche uno dei 6 piloti di tutti i tempi ad avere vinto almeno 8 titoli mondiali come Carlo Ubbiali (9), Mike Hailwood (9), Valentino Rossi (9), Angel Nieto (12+1), Giacomo Agostini (15).
L’ombra di Marc si allunga, pronto per abbattere nuovi record, fino a “preoccupare” l’asso di Lovere. Servirebbero pagine intere per scrivere tutti i record di Marc, fra gare vinte, podi, record sul giro, pole position ecc. Basta così. Ricordando solo che quest’anno ha già vinto otto gare, salendo 13 volte sul podio, firmando nove pole position. Come tutti i grandi dello sport, Marquez aggrega e divide. Merita il rispetto di tutti, anche di chi non lo apprezza in pista, tanto meno fuori. E’ un fuoriclasse, un campione carismatico già nella storia del nostro sport, una grande splendida risorsa per il motociclismo. Giù il cappello! Il motociclismo ringrazia.
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