Sbk, fine campionato a “luci spente”?
Il mondiale SBK verso la conclusione senza fuochi d’artificio e con molti interrogativi aperti
Ancora due round, quello del prossimo week end di El Villicum in Argentina e quello dal 24-26 ottobre di Losail in Qatar, poi il mondiale Sbk 2019 chiude i battenti con un totale di 13 appuntamenti (sei in meno della MotoGP), senza fuochi d’artificio e con molti interrogativi aperti. A bocce ferme si tireranno le somme di un Wsbk che ancora una volta ha deluso, non ha mantenuto le promesse della vigilia restando dov’era, cioè in mezzo al guado, in uno stato di forte difficoltà, incapace di trovare la propria identità, di fatto un campionato di serie B rispetto alla serie A rappresentata dalla MotoGP. Piaccia o no, è così. A confermarlo, oltre a un business sempre meno consistente con un prodotto sempre meno vendibile, sono i dati tutt’altro che eccellenti delle presenze del pubblico sugli spalti degli autodromi e davanti alla tv.
Questa Sbk ha scarso appeal, non va oltre l’interesse dello zoccolo duro degli appassionati che anzi si è ridotto di molto, e i tentativi di rilancio basati sostanzialmente sulla modifica di regolamenti-bluff sono stati solo dei palliativi, non cambiando la sostanza della realtà che vede il mondiale delle cosiddette derivate di serie in stato di crisi. Qui siamo. Poco conta, adesso, voltarsi indietro e “incolpare” di questa situazione prima il dominio dell’inedito binomio Bautista-Ducati V4 e poi il recupero e il nuovo dominio di Rea-Kawasaki, come se il campionato fosse stato “ammazzato” due volte invece di essere stato per due volte tenuto acceso, magari con un duello non diretto, alla distanza, comunque un gran duello di non scarso valore tecnico e agonistico. In altre parole, con il braccio di ferro fra Bautista e Rea e con altri protagonisti impegnati nella lotta per il podio, non mancavano i motivi di interesse per assiepare le tribune degli autodromi o per vedere le corse comodi sul divano di casa, davanti alla tv.
Ora, con il titolo già conquistato da Rea con ben tre gare di anticipo, si dice che gli ultimi due GP stagionali perdono interesse e quindi saranno poco seguiti. Così si confonde l’effetto con la causa. Certo che un campionato che si decide nell’ultimo round e magari in volata fra due e più piloti è altra cosa da un finale dove, almeno la lotta per il titolo, non c’è. Ma quante volte è accaduto nel Motomondiale che il titolo (specie della classe regina) sia stato già conquistato in largo anticipo non facendo crollare l’interesse degli appassionati e del grande pubblico? Il piatto forte non è mai una singola gara così come un pasto “vero” non regge solo con una buona singola portata. Non solo. Cosa vogliamo dire? Che sarà pure un problema che si arriva alle ultime due gare con il titolo già assegnato ma che non è (solo) quello il … problema. Così come il problema non è il “Cannibale” Rea, le cui cinque corone iridate consecutive dovrebbero essere un valore aggiunto di richiamo, non un limite. Do you remember l’epopea di Agostini o quella di Rossi? Servono idee innovative e progetti alternativi, non pannicelli caldi che non intaccano la sostanza della crisi. Questa Sbk così com’è, né carne né pesce, non va. Va quindi rivoltata come un calzino. Altrimenti si spegne come una candela.