CIV Moto3, la rivoluzione del “450”: un passo avanti o due passi indietro?
Moto3: ecco la 450! L’obiettivo? Ridurre per team e piloti i costi di acquisto e di gestione delle moto livellandone anche le prestazioni per consentire l’allargamento dei partecipanti e offrire a tutti la stessa base di competitività. Ma sarà così?
Nel CIV dal 2012, dopo otto stagioni significative sul piano tecnico e agonistico, la Moto3 utilizzerà dal 2020 il monomotore 450 cc. YZ Yamaha in alternativa agli attuali 250 GP bialbero Honda, Ktm, Tm ecc. Per la classe cadetta è una rivoluzione che va ben al di là della questione tecnica. Alla prova del budino, cioè dopo il test del prossimo campionato italiano, si capirà se la montagna ha partorito il topolino: se cioè invece di fare un passo avanti se ne sono fatti due indietro. L’obiettivo annunciato dalla FMI è duplice, anzi triplice: ridurre per team e piloti i costi di acquisto e di gestione delle moto livellandone anche le prestazioni per consentire l’allargamento dei partecipanti e offrire a tutti la stessa base di competitività e al contempo limitare i decibel, sempre più sotto accusa per il disturbo arrecato agli abitanti nei pressi degli autodromi. Sulle problematiche legate, non senza strumentalizzazioni, al rumore dell’attuale Moto3 (peraltro già considerato “scarso” dagli appassionati) non è difficile rimediare agli attuali 103 decibel con silenziatori più efficienti e a costi sostenibili. Ma veniamo al dunque. Perché la FMI (Federazione motociclistica italiana) promoter del CIV (campionato italiano di velocità) ha deciso questa svolta, pur in presenza di una categoria tecnicamente valida e agonisticamente avvincente?
Perché l’obiettivo iniziale della Moto3 (categoria di lancio per i “giovani leoni”), quello dei costi contenuti, si è rivelato impossibile. E’ venuto meno lo spirito iniziale: quello che tutti potevano disporre di moto non ufficiali gestendole facilmente e a costi bassi. Non è stato e non è così perché i Team privati, a corto di risorse, sono sempre più rimasti confinati dietro, surclassati poi dall’arrivo nel CIV dei Team già presenti nel Motomondiale (Es: i Team Gresini, Biaggi, Leopard, Vr46 ecc.) con l’utilizzo di moto superate nel circus iridato ma ancora assai valide nei campionati nazionali. Costi elevati soprattutto perché una Moto3 con un propulsore di alta tecnologia di 250 cc. bialbero 4 tempi oggi ben oltre i 55 Cv di potenza alla ruota ha costi di progettazione, di realizzazione, di sviluppo, di gestione di molto superiori alle “soppresse” 125 Grand Prix monocilindriche 2 tempi. Costi via via aumentati stagione dopo stagione, non più sostenibili per i Team e per i piloti impegnati nel CEV spagnolo e nel CIV italiano pur correndo – come detto sopra – con moto di “seconda mano” (anche di terza…) provenienti dal Motomondiale. Senza i “piloti con la valigia” le griglie di partenza sarebbero sguarnite. Ora la soluzione al problema reale, secondo la FMI, sta in una inedita Moto3 con motori 450 Yamaha di derivazione crossistica forniti con un pacchetto a noleggio dall’azienda svizzera Geo Tecnology S.A (gestiva i propulsori Honda Moto2 e gestisce gli attuali motori Honda Moto3 nella versione da loro preparata) con un kilometraggio garantito di 4.500 Km (l’equivalente di circa 6 round del CIV, oltre 2000 Km di test), con inclusi nell’offerta, centralina, corpo farfallato e silenziatore. Il tutto a un prezzo (per l’affitto di una stagione) di 12.500 euro.
Tutto bene, dunque? Non proprio. C’è intanto una questione di competitività rispetto alle attuali Moto3 250 cc. che, comunque, potrebbero gareggiare nel 2020 insieme alle inedite 450, pur con 200 cc in meno. Passare da un motore 250cc con circa 56 cv ed una coppia di oltre 30 Nm, ad un motore da 450cc, significa che pur mantenendo sostanzialmente la stessa potenza massima, la coppia aumenterebbe ad almeno 45 Nm. Ciò porta a una maggiore accelerazione e a una più elevata velocità massima, rendendo la guida, a pari ciclistica, assai difficoltosa, specie in mano a piloti ancora in formazione e poco esperti. Inoltre le regolazioni di freno motore, anti pattinamento ecc. richieste da un motore 450 cc. sono assai diverse e non utilizzabili in una categoria fuori dal CIV.
Si dovranno anche adattare o progettare e costruire nuovi telai per installare un motore più ingombrante e più pesante, con tutti i costi aggiuntivi che ne conseguono. Senza dimenticare che i nostri “galletti” del CIV sono passati in questi anni senza troppe difficoltà tecniche nella Moto3 iridata perché le caratteristiche delle moto erano sostanzialmente le stesse. Ora, passando dalla 450 (con propulsore da ….cross) alla 250 GP (di fatto una mini MotoGP), per i nostri piloti e per i nostri Team sarà tutto più difficile. Non solo.
In questo nuovo quadro, con l’impossibilità di utilizzare le Moto3 usate precedentemente nel Mondiale che interesse avrebbero i grandi Team (Leopard, Gresini, VR46, Biaggi ecc.) a disputare anche il campionato italiano? E un pilota e un Team del CIV come potrebbero partecipare da wild-card a una tappa del mondiale dove si corre con la Moto3 250? E’ il gatto che si morde la coda. Così, non si esce dal vicolo cieco. Ma tutto non si può avere e se davvero si vogliono ridurre i costi del CIV qualcosa si deve pur fare. Ma che fare concretamente dando per scontato che la nuova Moto3 450 non convince? Se il problema era davvero quello dei costi, si poteva ridurre, senza aggravio di spese, il regime di rotazione dei motori di 500 giri, diminuendo, così, sia i costi che i decibel. Perché non guardarsi intorno e sforbiciare su altre voci che pesano sul bilancio di Team e di piloti? Quali? Si potrebbero abbassare anche i costi di… iscrizione al campionato, l’affitto del box, il prezzo della benzina, fornendo supporti per la promozione e per la ricerca sponsor, rendendo ancora più appetibile il CIV, tutt’ora disertato dal grande pubblico e dai media. Impossibile? Tutt’altro. E’ solo questione di volontà … politica e di scelte coerenti agli obiettivi. Questa ultima trovata della FMI rischia di essere la classica toppa peggio del buco.