Moto3: Dalla Porta, Canet, Arbolino ai ferri corti. Gli “outsider” decisivi per il titolo?
Lorenzo Dalla Porta (204 punti) arriva con un vantaggio consistente sui suoi più diretti avversari (22 punti su Aron Canet, 43 punti su Tony Arbolino), ma in Moto3 tutto è possibile anche se all’asso pratese vanno i favori del pronostico
Se si pensa che agli inizi il Motomondiale si svolgeva in sei round complessivi, le ultime quattro gare 2019 ancora da disputare (il trittico asiatico in Giappone, Australia, Malesia e la chiusura a Valencia) possono avere quasi il valore di un “mondiale nel mondiale”, almeno per la Moto3 dove i giochi per il titolo restano aperti. E’ vero che a Motegi Lorenzo Dalla Porta (204 punti) arriva con un vantaggio consistente sui suoi più diretti avversari (22 punti su Aron Canet, 43 punti su Tony Arbolino), ma nella categoria cadetta tutto è sempre possibile anche se all’asso pratese vanno i favori del pronostico. Nell’ultimo GP a Buriram il campionato ha girato a favore di Dalla Porta grazie anche (o soprattutto?) alla sfortuna che ha preso di mira sia Canet, falciato da una caduta del solito kamikaze nella bagarre iniziale, sia Arbolino, attardato da un fastidioso problema ad una mano, che si spera risolto. Fin qui la carta vincente del pilota toscano del Team Leopard è stata, oltre la sua “moto-missile”, la regolarità: solo uno zero, tanti piazzamenti (sei secondi posti, un terzo ecc.), anche se nella sua bisaccia, solamente una vittoria (Germania). Adesso si tratta di vedere se a Lorenzo può bastare giocare la carta della regolarità sfruttando il vantaggio acquisito in classifica, o se il finale impone un cambio di tattica, giocando il tutto per tutto in un continuo duello alla baionetta, con i rischi conseguenti.
Canet (tre vittorie, un secondo, due terzi) e Arbolino (due vittorie e due secondi posti) contano di riaccorciare le distanze sin da Motegi per poi giocarsi il titolo nel tris conclusivo. Ai due piloti non mancano le risorse tecniche né quelle agonistiche e arrivano a Moregi col dente avvelenato. Il pilota spagnolo di Max Biaggi è indubbiamente il più forte in campo quest’anno, se non altro il più completo, e non è tipo da demoralizzarsi per l’imperversare della jella, pilota assai tosto già altre volte capace di rimontare e tornare davanti a tutti. Arbolino ha dalla sua, nell’attacco la sua arma migliore, un ragazzo terribile capace di inventarsi traiettorie e staccate apparentemente impossibili, il pilota più veloce in pista che non ha niente da perdere e che quindi può andare all’arrembaggio per tentare il colpaccio. Fra l’altro, il ritorno in gara di Romano Fenati compagno di squadra del pilota lombardo dello Snipers Team dei pesaresi Mirco e Giancarlo Cecchini, potrebbe costituire un supporto importante per Tony o forse di più, con il bombardiere ascolano nel ruolo di guastafeste, pronto a bissare il trionfo del GP d’Austria.
In Giappone, oltre a Fenati, rientrano pure Can Oncu e soprattutto Niccolò Antonelli, l’alfiere del Team di Paolo Simoncelli, sesto in classifica (118 punti) e già vincitore in Spagna, anche lui rallentato fin qui da incidenti, per lo più per responsabilità altrui. Qui si pone la domanda: è possibile un “gioco di squadra” degli italiani per… “stoppare” Canet favorendo la corsa al titolo di Dalla Porta? No! La storia passata di anni addietro (con polemiche mai sopite dopo decenni) non può ripetersi, in un mondiale dove, per legittimi interessi agonistici e di business, ognuno pensa a se stesso poco o nulla interessato alla “bandiera” e alle vicende altrui. I piloti italiani, questo sì, potrebbero comunque interferire indirettamente nella lotta del tris di testa perché capaci di conquistare podi e vittoria. Ciò vale, ovviamente, innanzi tutto per Arbolino, poi come detto per Fenati e Antonelli, ma anche per Celestino Vietti (settimo con 100 punti e già due volte sul podio), per Dennis Foggia (nono con 92 punti, un podio) e per Andrea Migno (19° 52 punti, un podio). Non sarà, però, solo una partita con i nostri “giovani leoni” protagonisti perché, nella mischia entreranno di forza – si spera senza le esagerazioni già viste in precedenza – Ramirez, McPhee, Masia, Ogura, Suzuki, Kornfeil, Rodrigo, Toba, Fernandez, Sasaki e il fin troppo arrembante Arenas. A Motegi, più che una corsa-trenino si vedrà un altro duello all’Ok Corral.