MotoGP Motegi, Yamaha in “gran spolvero”: Quartararo e Vinales su Marquez, Dovi e Rossi
Yamaha prima e seconda dopo la prima giornata di prove. E’ la conferma che il disco rotto delle Yamaha in crisi, non regge.
Arieccole le due Yamaha, quella satellite di Quartararo (1’44.764) e quella ufficiale di Vinales, comunque a tre decimi, troneggiare nelle prime due caselle virtuali davanti alla Honda del neo iridato Marquez (+0.336 e a 15 millesimi dal secondo) cui va bene così, con dietro Dovizioso, Rossi, Morbidelli e a seguire Miller, Petrucci, Mir con A. Espargaro che chiude la top ten. E’ la (ennesima?) conferma che il disco rotto delle Yamaha in crisi – da mesi un martellante monotono piagnisteo – non regge. D’accordo che si tratta di un giro lanciato e che la corsa è un’altra storia. Ma proprio le corse (precedenti) hanno dimostrato nella sostanza che le moto della Casa dell’Ala dorata hanno anche un gran passo e che, al netto delle sbavature e dei limiti dei suoi piloti – peraltro assai diversi l’uno dall’altro anche sul piano dei risultati – hanno un gran potenziale, forse non per battere quel gran diavolo di Marquez, ma indubbiamente per lottare ovunque per il podio. Anche oggi alla fine delle libere del venerdì – prove importanti non solo per l’assetto ma anche perché qui Giove Pluvio fa e disfa come vuole e domani uno scroscio d’acqua in qualifica può ribaltare i piani – Quartararo dimostra con il cronometro (ma anche con corse straordinarie) che i suoi exploit non sono episodici e dovuti a situazioni fortunose ma frutto di un talento, di una determinazione, di una capacità di messa a punto del mezzo e di interpretazione tecnico-agonistica, tutte doti che solo i fuoriclasse hanno. Idem Vinale, pur se non con l’intensità, la costanza, il “tocco” sublime del ventenne rookie transalpino.
Su Marquez, non c’è più niente da aggiungere, per adesso. Anche se il 26enne “cannibale” 8 volte campione del mondo è insaziabile: “Voglio vincere anche qui” che, detto dal catalano dominatore anche di questo mondiale, ha il sapore di una minaccia. Altro discorso su Dovizioso e su Rossi. L’alfiere della Ducati, due decimi più lento di Marquez, lavora in ottica di gara per un un risultato di prestigio nella “tana del lupo” di Motegi, per consolidare il suo secondo posto in classifica e per chiudere una stagione in chiaroscuro, comunque con il rospo in gozzo per aver mancato ancora una volta l’obiettivo, quello del titolo MotoGP. Il Doc di Tavullia, invece, con Marquez su un altro pianeta e con Dovizioso davanti a lui di ben 60 punti in classifica, “rischia grosso” con i due altri piloti Yamaha Quartararo e Vinales, oramai fuori dalla sua portata. Oggi non è tanto il suo quinto miglior tempo a preoccupare, ma il gap: oltre sette decimi (+0.702) dalla M1 satellite di Quartararo. Non bastasse, il niente di 90 millesimi divide il 9 volte iridato dall’altra Yamaha di Morbidelli. Insomma, è difficile intendere la prestazione del Dottore come una riscossa, anche perché il tempo è stato fatto proprio all’ultimo tentativo disponibile, quasi in zona Cesarini. Il refrain di Rossi: “Abbiamo sempre lo stesso problema”, viste le prestazioni e i risultati degli altri (due) piloti sulle altre M1, rischia quanto meno di essere incompreso, se non aprire interrogativi sulla reale attuale competitività di Valentino. Speriamo di essere smentiti già dalla gara di domenica. Per finire, il solito Iannone (20esimo!) e il solito Lorenzo (17esimo). Il resto in cronaca.