MotoGP pagelle: Marquez, Quartararo, Dovizioso: il podio di Motegi rispecchia i valori del Mondiale?
Corsa scontata per la scontata superiorità del binomio neo iridato (e pluri iridato) Marquez-Honda. Chi ferma il "cannibale"?
LA GARA: 9- Corsa scontata per la scontata superiorità del binomio neo iridato (e pluri iridato) Marquez-Honda. Brivido per la spia accesa della riserva a due giri dal termine con il catalano rimasto a piedi ma… passato il traguardo. Dopo le recenti dissertazioni tecnico-filosofiche sulle frenate “a due dita” di Rossi, adesso c’è nuova linfa per polemiche e gossip. Poco contano classifica e tempi sul giro. E’ questa la iper tecnologica MotoGP show-business?
MARQUEZ: 10 e lode. Fresco di titolo, stravince centrando la decima vittoria stagionale (54esima in classe regina, come Doohan), un filotto di quattro centri consecutivi. Non si fanno prigionieri. Non ci sono più aggettivi. Il “cannibale” fa quel che vuole e agli altri resta solo la lotta per chi fa primo degli sconfitti. Tornati all’era Agostini?
QUARTARARO: 9+ Tre secondi nelle ultime quattro gare, rookie of the Year, sorpassa Rossi in classifica, conquista sul campo con la M1 satellite i galloni di (irriverente?) leader Yamaha. Marquez è su un altro pianeta. Fabio, il primo dei terrestri?
DOVIZIOSO: 8- Chi s’accontenta gode e il “ragionier” Dovi porta la sua Rossa sul terzo gradino del podio, che per Andrea è il 100°. Poco? Meglio di niente. Ma, considerate le premesse e le promesse, sempre poco. Davanti non c’è più solo il “marziano” della Honda ma anche il “rookie” della Yamaha. Addio sogni di gloria?
VINALES: 7+ Illude, si illude ma fa il solito compitino a metà, con la solita partenza difficile e una rincorsa che termina ai piedi del podio. Con il Dottore non c’è più storia ma adesso, in casa Tre diapason, è Quartararo il “guastafeste”. Quando il miracolo?
CRUTCHLOW: 7. Torna a farsi vedere nelle zone alte, con spunti da vecchia volpe e graffi da tigre. Ma con la sua stessa moto il compagno di squadra “Re della foresta” gli rifila 9 secondi e passa. Fa comunque quinto. Anche Cal sul viale del tramonto?
MORBIDELLI: 7- Vola in qualifica e nella prima parte di gara ma chiude sesto a quasi 10 secondi dalla vetta dopo i lampi iniziali che prefiguravano sprazzi di gloria. La sberla presa nel finale da Crutchlow gli costa di più di un posto in classifica. Riscossa in Australia?
RINS&MIR: 6 e ½ Il primo finisce 7° dietro a Morbidelli e a Crutchlow e viene agganciato al terzo posto in classifica da Vinales, entrambi con 176 punti. Il secondo finisce 8°, dietro al suo “capitano” per un secondo poco più. A Phillip Island il rilancio?
PETRUCCI: 5- Un 9° posto (grazie ai guai di Miller e anche di Rossi) a quasi 15 secondi dal primo e a 13 secondi da capitan Andrea, poco è. Se Ducati non voleva due galli nel pollaio, c’è riuscita. IL Petrux non disturba il Dovi. Ma, visti i risultati, era davvero questo che si voleva?
MILLER: 5. Primo dei ducatisti in qualifica (seconda fila), tira subito forte in gara fra i big, ma è poco più di un fuoco di paglia. Poi si sfila finendo decimo a quasi 19 secondi. Gomma ko per il funambolismo dei primi giri?
ROSSI: 4. Dopo una qualifica da dimenticare, arriva una gara da dimenticare. Sfilato all’inizio in 14esima posizione, dopo la rimontina e la bagarre nelle retrovie per infilarsi in top ten, sbaglia in staccata e finisce nella ghiaia. E perde anche il 6° posto in classifica. Mai così male dai tempi neri sulla Rossa. Il Doc ha diritto al tramonto e a decidere del suo futuro. Ma non c’è solo un problema tecnico di moto o di Team. Phillip Island, ultima spiaggia?
IANNONE: nc. Cade anche, ma (stavolta) non ha colpe. Così dice l’Ad Aprilia Rivola che nel dopo gara non fa parlare i suoi piloti annunciando svolte tecniche e moto nuove per il 2020. Bene così?
LORENZO: nc. Altra gara incubo. Il maiorchino resta nell’abisso. L’agonia continua. Che fare?