MotoGP: la musica non cambia, ancora Marquez!
Marquez gioca a gatto col topo con Vinales. Per l'otto volte iridato è il quinto trionfo consecutivo 2019
Cambia il circuito, cambia lo svolgimento della gara, ma la musica è sempre la stessa, con Marc Marquez persino “monotono” nel ripetersi, lasciando agli avversari le briciole. Anzi, stavolta, Marc gioca a gatto col topo con Vinales, qui comunque assai competitivo, illudendolo che sia possibile ripetere il bis del 2018. E invece no. Marquez finisce felice sugli altari, Vinales deluso nella ghiaia. Al “cannibale” catalano non manca niente: talento, determinazione, feeling con la sua moto, capacità tattica straordinaria, il tocco di spavalderia per far capire l’aria che tira e quel pizzico di fortuna che sempre aiuta gli audaci. Come non manca niente alla Honda, qui anche seconda con Crutchlow davanti alla Ducati salvata da Miller, con Dovizioso a 15 secondi: un gap-macigno che pone interrogativi sulla Rossa che procede col passo del gambero.
Quindi, pur in un GP movimentato, alla fine ancora una vittoria, il quinto trionfo consecutivo, per l’implacabile otto volte campione del mondo che fa suo anche il GP d’Australia (con 54 GP vinti su Honda nella classe regina l’asso catalano supera Mick Doohan) bruciando sul dritto all’ultimo giro il poleman leader provvisorio Vinales che nel tentativo di contrattacco, un vero e proprio azzardo, finisce a terra. Addio sogni di gloria per la Yamaha, già priva sin dal primo giro dell’attesissimo Fabio Quartararo, colpito alla seconda curva da Petrucci vittima di un brutto highside (davvero un GP da dimenticare per il rookie francese dopo il gran volo in prova!) e in classifica finale solo con Rossi, ottavo a 15 secondi. Allo start Valentino s’era lanciato nel ruolo di lepre, infiammando la corsa: illudendo, e forse, illudendosi. Infatti il suo è stato poco più di un fuoco di paglia, giusto il tempo di assestare il serpentone che la gara prende un’altra piega con il Doc infilato via via dai più immediati inseguitori, in un rimescolamento di posizioni fra nove piloti dove brillano le due Aprilia con le gomme morbide (Iannone resuscitato, alla fine sesto davanti al Dovi e al Doc) ma dove rinviene, soprattutto, Vinales, in testa dall’undicesimo giro braccato da Marquez, apparentemente in attesa, a meno di tre decimi a sua volta seguito da Crutchlow con un gap che al 15esimo passaggio supera i 3 secondi, quindi Rossi in recupero e in bagarre con Dovizioso e Miller, tutti e tre impepati ma con un distacco oltre i 10 secondi.
A pochi decimi, battaglia fra Bagnaia – in gran spolvero, gran recupero dalla 15esima posizione in griglia al quarto posto finale – Iannone, Rins, Mir. Annaspa Morbidelli, 12esimo. Schermaglie con la baionetta in canna in vista del rush finale che ha premiato Marquez, punito Vinales, riportato sul secondo gradino del podio Crutchlow (oltre 11 secondi il gap) quindi due Honda in fila davanti a tutti, sul terzo l’australiano Miller felice come una Pasqua quale primo dei ducatisti, lanciata la rivelazione Bagnaia (anche lui Ducati datellite) davanti a molti big, tutti in fila indiana. 5° Mir, 6° Iannone, 7° Dovizioso, 8° Rossi, nel fazzoletto di un secondo. E Jorge Lorenzo? Ultimo con più di un minuto di gap. Una prece. Il resto in cronaca.