Moto3, Dalla Porta sugli altari. Ma Canet e Arbolino non sono nella polvere
Lorenzo Dalla Porta entra nella storia: non ha sbagliato il colpo centrando in pieno il bersaglio iridato
Vincendo con due gare d’anticipo questo difficile ed esaltante Mondiale Moto3 Lorenzo Dalla Porta non ha compiuto un miracolo ma, con la ciliegina sulla torta del successo di Phillip Island, ha concluso in modo trionfale una stagione condotta magistralmente, a differenza dei suoi principali avversari messi alla fine out da sbavature ed errori nonché da qualche tiro mancino della Dea bendata. Sin dagli inizi di stagione, con il secondo posto in Qatar e con gli altri secondi in Francia, Italia, Olanda e poi con la prima parte culminata con la vittoria nel GP di Germania, il titolo era stato messo nel mirino e Lorenzo Dalla Porta non ha sbagliato il colpo centrando in pieno il bersaglio iridato. Insomma, Lorenzo ci ha messo del suo crescendo, specie tatticamente, di gara in gara, ed stato supportato magnificamente dal suo Team Leopard, una super squadra abituata a vincere e capace di mettere sempre in pista una Honda altamente competitiva, se non la più stabile nel misto e la più veloce in accelerazione e sul dritto.
Dalla Porta ha dimostrato di essere un pilota adeguato al suo Team e alla sua moto, un vincente, giovane asso determinato e di gran temperamento, battagliero e al contempo lucidissimo e concreto, in grado di contenere gli assalti dagli avversari in pista e di non farsi condizionare dalla pressione psicologica, specie negli ultimi decisivi GP. I numeri parlano da soli: tre vittorie (straordinarie quanto decisive le due ultime in Giappone e in Australia), sei volte secondo, un terzo e altri piazzamenti minori, un solo “zero”. Una fila di risultati positivi, da gran “passista” con acuti alla Pavarotti. Un titolo meritato per il 22enne asso pratese di Montemurlo, pilota di sostanza che così entra nella storia, primo italiano a vincere un titolo mondiale Moto3.
Il 2Oenne Aron Canet e il 19enne Tony Arbolino, vincitori di tante battaglie, alla fine perdono la guerra. Ma escono a testa alta e con l’onore delle armi, impegnati ora a giocarsi negli ultimi due round finali il titolo di vice campione del Mondo. Forse, a favore di Dalla Porta ha giocato anche la maggiore esperienza e, di certo, ha pesato la sua capacità di capitalizzare a proprio vantaggio le situazioni di ogni gara, specie i “guai” dei suoi avversari. Se Dalla Porta è stato il più costante, Canet (comunque tre vittorie e quattro podi) ha dimostrato (nelle giornate sì) maggior capacità di fare la differenza mentre Arbolino (due vittorie e quattro podi), arrembante ma non sempre lineare, è stato la vera rivelazione del campionato, forse l’uomo nuovo che caratterizzerà il prossimo futuro, sin dal 2020. L’ultima caduta di Canet, seguita a quella precedente in Giappone, ha chiuso definitivamente la speranza di tenere ancora aperto questo mondiale. I tre episodi negativi (due volte falciato da avversari e una volta messo ko per problemi alla moto) sono stati decisivi e hanno tarpato le ali ai sogni di vittoria del pilota spagnolo e del Team di Max Biaggi. Ha però inciso negativamente anche il peso di una pressione interna ed esterna che Canet non è riuscito a smaltire e a trasformare positivamente. Pressione che ha tolto valore aggiunto anche ad Arbolino, il giovane leone del Team Snipers (super squadra vincente e di gran lignaggio ma stavolta disturbata da sbavature come l’ultima del pilota rimasto in prova senza benzina), che ci ha provato in tutti i modi di tenere aperto il campionato tentando di risolverlo a proprio favore nell’ultimo duello all’Ok Corral. Sia Canet sia Arbolino sapranno fare tesoro di quanto accaduto in questo campionato che si concluderà comunque sul podio, per entrambi. Onore al vincitore Dalla Porta per un titolo guadagnato dopo la lotta con due campioni quali Canet e Arbolino, quindi con un valore ancora maggiore. Grazie a Lorenzo, grazie ad Aron, grazie a Tony.