MotoGP, Vinales-super fa volare la Yamaha. Marquez e Dovizioso sul podio. A Rossi il giro veloce

Vinales trionfa a Sepang bissando il successo di Assen. Solo lui finora ha battuto il "cannibale" Marquez

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 3 nov 2019
MotoGP, Vinales-super fa volare la Yamaha. Marquez e Dovizioso sul podio. A Rossi il giro veloce

Un super Vinales su una Yamaha superissima ha la meglio su un magico Marquez non intimorito dalla gran botta di ieri in qualifica e oggi appagato di una corsa al risparmio, dopo una rimonta rovente dall’undicesimo posto. Così, nel penultimo round stagionale, Vinales dimostra di essere l’unico pilota Yamaha che ancora una volta riesce a battere il “cannibale” della Honda. Era già accaduto quest’anno al GP d’Olanda quando ad Assen il vessillifero della Yamaha “relegò” il catalano 8 volte campione del Mondo al secondo posto, con un distacco di quasi cinque secondi (+4.854), poco più di oggi a Sepang (+3.059). Tanto di cappello a Vinales, stavolta finalmente lanciato a fionda sin dallo start, capace di dominare la corsa dall’inizio alla fine spingendo sempre al limite e onore allo stesso Marquez capace stavolta di “accontentarsi” del secondo gradino del podio, senza inutili ed esagerate prodezze, regalando così a Honda anche il titolo squadre.

Un bravo gridato a Dovizioso, che con la sua Rossa veloce sul dritto ma ostica in curva (gomme soffici davanti e dietro) riesce a guadagnare la medaglia di bronzo contenendo gli assalti ripetuti di un ringalluzzito coriaceo aggressivo Rossi (gomma media davanti e dietro), però ancora una volta fuori dal podio, con un gap di quasi sei secondi (+5.965) dal vincitore in sella sulla sua stessa M1 ufficiale. Per Vale la ciliegina dolce del giro più veloce in gara: 1’59.661, a dimostrazione di una volontà e di un manico inossidabili.

Non c’è stata storia per la vittoria perché Marquez ha scelto la via soft, accontentandosi di fare… da autorevole scorta all’asso della Yamaha, deciso a tutto per non fallire l’occasione del trionfo. C’è stata invece una lotta alla baionetta e una guerra di nervi per l’ultimo gradino del podio fra il Dovi (che allungava in accelerazione specie in uscita delle curve 14 e 15) e Valentino più competitivo altrove, mai domo e duro, pur se sempre “pulito”. Una battaglia vera fra i due assi italiani ma anche un braccio di ferro fra la Ducati e la Yamaha, che hanno ribadito sul campo la loro diversa conformazione tecnica e la loro diversa competitività. A Rins, dopo un lungo recupero, non è riuscito il sorpasso finale su Rossi anche per il gap causato dalla perdita iniziale di un’aletta della carena della sua veloce Suzuki. Peccato per Quartararo, da subito in difficoltà per noie tecniche, superato anche da Morbidelli. In difficoltà Miller, ottavo a 17 secondi e soprattutto Petrucci, nono a quasi venti secondi dalla vetta, ancora una volta incapace di tenere il passo del suo caposquadra. Malissimo Iannone, out per caduta. Peggio ancora Lorenzo, 14esimo a 32 secondi, nel fondo della sua via crucis. Il resto in cronaca.

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