Motomondiale, bene i dati su spettatori nei circuiti e davanti alla tv. Il dominio di Marquez non toglie interesse alla MotoGP non più “Rossicentrica”

Motomondiale 2019, spettatori: il campionato è sostanzialmente stabile, in buona salute

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 6 dic 2019
Motomondiale, bene i dati su spettatori nei circuiti e davanti alla tv. Il dominio di Marquez non toglie interesse alla MotoGP non più “Rossicentrica”

Proprio ieri su Motoblog a firma Manuele Cecconi abbiamo pubblicato un pezzo sull’affluenza di pubblico sui circuiti del Motomondiale 2019. Diciamo subito che, da questo punto di vista, il campionato è sostanzialmente stabile: quest’anno in totale gli spettatori sugli spalti sono stati 2.863.113 contro i 2.884.242 del 2018, cioè 218.436 in più rispetto al 2017. Il GP più partecipato resta il GP di Thailandia con 226.665 presenze (222.525 lo scorso anno al debutto nel calendario iridato) seguito dal GP di Francia a Le Mans (206.323 spettatori) che si è fatto soffiare il record di presenze domenicali (104.020), con Assen davanti a tutti con i suoi 105.000 presenti, seguito dal GP di Malesia di Sepang (103.948). E in Italia i due appuntamenti iridati del Mugello e di Misano?

Restiamo sostanzialmente a metà classifica. I 158.300 spettatori complessivi (96.212 domenica, 41.328 sabato, 20.760 venerdì) che nel secondo week end dello scorso settembre hanno affollato gli spalti assolati del “Marco Simoncelli” di Misano non segnano il record di affluenza dell’impianto romagnolo (159.120 nel 2018) ma confermano l’appeal del motociclismo. Dal 2010 ad oggi gli spettatori sono quasi raddoppiati passando dai 78.000 agli oltre 150 mila. Più o meno anche i dati del Mugello si equivalgono anche se i picchi del 2017 sono lontani: 164.419 spettatori (+8%) sul 2016, con la domenica sul filo dei 100 mila (98.269). Solo negli ultimi anni c’è stato un trend positivo perché ci sono state anche “cadute”, come nel 2012 con ben 38.000 spettatori in meno rispetto all’edizione precedente. Gli spettatori presenti nei circuiti del Motomondiale sono il cuore del motociclismo, lo “zoccolo duro”. Mentre l’audience Tv, per le sue notevoli dimensioni, rappresenta, grazie agli introiti dei diritti televisivi, la “cassaforte” e la “banca” del Circus iridato. Ascolti TV che per esempio quest’anno per il GP del Mugello sono stati complessivamente (Sky e TV 8) 4.018.000. C’è poi il business che produce un week end del Motomondiale: a Misano oltre 60 milioni di euro!

Insomma, il Motomondiale “tira” sia sugli spalti dei circuiti che davanti alla tv, anche se resta un divario notevole fra le tre categorie, con la MotoGP che fa da specchio e da volano per tutti il resto. MotoGP 2019, come noto, dominata da Marquez. Ma con gara per lo più combattute e comunque non prive di interesse tecnico e agonistico. Il dominio di Marquez non ha tolto interesse e il pubblico ha risposto. La MotoGP non è più solo “Rossicentrica” ma Valentino resta nel cuore della massa degli appassionati – in Italia e altrove – capace tutt’ora di portare sui circuiti di ogni parte del mondo decine di migliaia di spettatori e di tenere davanti alle tv milioni di telespettatori. In questo senso Rossi è ancora il “vessillifero” della MotoGP, per la sua immagine e promozione internazionale, il pilota simbolo del motociclismo show-business. In MotoGP c’è già chi – leggi Marquez – sul piano qualitativo squisitamente tecnico-agonistico, può essere considerato il nuovo “number one”. E già si intravedono all’orizzonte le nuove leve pronte a entrare in scena ai vertici, enon certo come comprimari. La situazione è in movimento e va gestita con oculatezza, non solo sul piano tecnico, evitando sparate di auto compiacimento e incensamenti fuori luogo. Serve spirito critico costruttivo, analisi capace di andare oltre la superficie per far fronte al sempre mutevole vento del grande sport. Serve un salto di qualità “culturale” – anche per isolare le frange di scalmanati fanatici tutt’ora presenti specie nei due round italiani – per un futuro che nella sua ininterrotta evoluzione anche tecnologica non tradisca l’identità che da oramai 70 anni fa vivere il Motomondiale in una altalena di alti e bassi, ma sempre pieno di passione, festa di popolo.

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