SBK, Rinaldi e Caricasulo unici italiani nel mondiale 2020? Primi test a Jerez
C’è attesa per i primi due giorni di test che da domani a Jerez daranno il via alla stagione iridata Sbk 2020
Tutto bene? A parte i noti problemi che hanno angustiato la SBK in queste ultime stagioni, in difficoltà di identità e di collocazione rispetto alla ben più quotata MotoGP, emerge il limite di una presenza italiana, rispetto ai piloti, numericamente debole e qualitativamente difficilmente in grado per lottare per il titolo. Avremo modo di approfondire presto la questione. Intendiamoci, Michael Ruben Rinaldi (Ducati Panigale V4 R) e Federico Caricasulo (Yamaha YZF R1), pur diversi fra loro per esperienze e caratteristiche di guida, sono due signor piloti. Fatto sta che il primo ha faticato assai nel 2019 e il secondo dovrà faticare assai per farsi largo, debuttante nella fossa dei leoni. Li collochiamo quali “outsider” di lusso in attesa che si definisca la posizione di Lorenzo Savadori, in odore di tester Aprilia in MotoGP o addirittura quale sostituto di Andrea Iannone, a seconda di come evolve l’affaire doping. Resta il fatto che la presenza degli italiani è ridotta al lumicino sul piano quantitativo e non consente previsioni azzardate rispetto ai risultati in gara e tanto meno in campionato. In questa stagione Sbk, oltre ai due italiani, ci sono 7 piloti inglesi, 2 spagnoli, 1 turco, 1 argentino, 1 olandese, 1 irlandese, 1 svizzero, 1 giapponese, 1 argentino, 1 americano 1 francese. Insomma, una presenza articolata anche se sono gli inglesi a farla da padrone. Che i bei tempi andati dei “nostri” sono oramai lontani, sia rispetto alla presenza numerica che rispetto alla qualità. Anche se, pur essendo stati gli italiani competitivi in passato, non dimentichiamo che, in 32 anni di WSBK, senza Max Biaggi (iridato Sbk nel 2010 e nel 2012) saremmo ancora a bocca asciutta. Rea e la sua Verdona conquisteranno la sesta corona iridata consecutiva?