Kawasaki Z1 by AC Sanctuary
Una Kawasaki Z1 900 degli anni Settanta rivisitata da Hiroyuki Nakamura dell’officina giapponese AC Sanctuary
L’officina giapponese AC Sanctuary è il tempio delle quattro cilindri in stile anni Settanta e Ottanta, un posto dove le vecchie moto nipponiche vengono trasformate secondo moderni canoni di tecnologia ma mantenendo il loro fascino d’altri tempi. Questo atelier è stato creato da Hiroyuki Nakamura nel 1995 a Edogawa, quartiere alla periferia est di Tokyo, e oggi impiega una ventina di dipendenti, oltre ad avere altre sei officine in franchising sparse per il Giappone.
Una delle ultime loro creazioni è una Kawasaki Z1, il cui progetto prende il nome di RCM-242 (acronimo di Real Complete Machine). La caratteristica principale di tutti i progetti RCM è la base su un modello sportivo del passato, che mantenga lo stile retro con performance attuali.
Con questa filosofia l’officina ha realizzato più di 150 special differenti. La Kawasaki 900 Z1 fu presentata per la prima volta nel 1972 al Salone di Colonia e venne prodotta fino al 1977, quando fu sostituita dalla Z1000. Di questo modello, come della sua erede, vennero approntate anche delle versioni Police, celebri quelle protagoniste del telefilm CHiPs che, nelle prime due serie, erano proprio delle Z1.
Era dotata di un quattro cilindri da 903 cc alimentato con altrettanti carburatori Mikuni da 28 mm, per una potenza massima di 82 CV a 8.500 giri e una velocità massima superiore ai 210 km/h. La base motoristica dunque rimane più o meno questa, anche se in realtà dei componenti originari non è rimasto molto.
Il motore è stato infatti completamente smontato per poi essere potenziato con un nuovo albero motore bilanciato, nuova catena di distribuzione e una frizione più robusta proveniente proprio da una Z1000 Police e infine una nuova batteria di carburatori Mikuni TMR da 36 mm, ma soprattutto uno scarico Nitro Racing con terminale 4 in 1 megaphone.
Anche il telaio è stato rivisto in particolare nella zona del cannotto, aggiungendo poi un manubrio Daytona prelevato da una ZRX 1200, che ha donato anche il parafango anteriore, mentre il retrotreno adotta una coppia di ammortizzatori Öhlins del tutto simili a quelli montati di serie sulla Yamaha XJR 1300. I freni sono Brembo e le ruote da 17” calzano pneumatici Dunlop Qualifier II. Come per le belle donne ben truccate (e magari un po’ ritoccate…), a vederla non sembra proprio una quarantenne.