SBK, “botte” fra Rea e Sykes: la storia si ripete?

Code velenose al box dopo il contatto nel primo giro fra Sykes e Rea costato caro al 5 volte iridato

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 29 feb 2020
SBK, “botte” fra Rea e Sykes: la storia si ripete?

Le corse, si sa, non sono il ballo delle debuttanti. E Phillip Island non è la solita pistina da go-kart ma un tracciato vecchia maniera caratterizzato da curvoni con la manetta aperta, alte velocità, grandi rischi, show. Il contatto nel primo giro alla Lukey Height fra Tom Sykes e Jonathan Rea è costato caro al cinque volte iridato della Kawasaki con un fuori pista nel ghiaione senza finire a gambe all’aria a oltre 200Kmh ma con un gap di 8 secondi. Poi la rabbiosa rimonta impreziosita dal giro veloce (1’30.501) ma culminata con una caduta al sesto giro nella fase di attacco alla curva 8 al gruppetto guidato da Rinaldi. Una botta al ginocchio e muso lungo per lo “zero” di Gara 1 e rospo nel gozzo per la manovra di Sykes nella primissima infuocata fase di gara. ” Mi ha centrato. Sono stato colpito da dietro e ho fatto tutto il possibile per rimanere in sella” ha dichiarato furioso nel dopocorsa Rea alla testata tedesca Speedweek.com. “Purtroppo sono dovuto finire sulla ghiaia, ma per fortuna non sono caduto. Tom non mi aveva sorpassato”. Aggiungendo: “Lui guida così. Ha già fatto queste manovre prima e succederà di nuovo. Mi ha mandato fuori pista e sono caduto a Brno per colpa sua. E’ il primo giro, quindi devi stare calmo”.

Niente di nuovo, si dirà, fra due piloti già compagni di squadra l’un con l’altro armati e con ruggini che, invece di scomparire, si sono stratificate via via creando incomprensioni, e non solo, in pista e fuori. A stretto giro di posta, anzi in diretta, Sykes ha respinto le accuse di Rea, contrattaccando: “Rea era troppo lento in quel punto, forse per tenere bassa la temperatura del fianco sinistro della gomma; si è bloccato in traiettoria, non ho potuto fare niente per evitarlo. Potevamo cadere entrambi. Anche lui non scherza: alla curva due ha spinto fuori linea me e Toprak, alla tre sono stato costretto ad allargare la traiettoria”. Infine il pilota della BMW, a dimostrazione di essere nel giusto, vuol tagliare la testa al toro: “ Se volete, venite pure a controllare la mia velocità d’ingresso in quella curva”. Già. Non ha niente da dire la direzione gara? Nella diretta televisiva si vede abbastanza bene l’evoluzione della vicenda. Basta riguardare quelle riprese al rallenty per togliersi il dubbio. Non bastasse questo, perché non verificare la telemetria delle due moto in quel punto contestato? Forse la direzione gara, mancando una richiesta ufficiale da parte dei diretti interessati, non ha questo potere? Tutto è bene quel che finisce bene. Ma chi può dire che il fattaccio non si ripeta con gli stessi (o con altri) piloti? Avanti con lo show, che oggi non è mancato, con una gara ricca di colpi di scena e un volatone a quattro per la vittoria andata a Toprak Razgatlioglu debuttante sulla R1 Yamaha. Aspettando il resto, domani.

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