Coronavirus: il punto sui costruttori di moto, Casa per Casa
Dopo il Gruppo Piaggio, anche le altre Case stanno prendendo le dovute precauzioni: ecco chi ferma la produzione e chi no.
Mentre si attende il picco della diffusione del virus, abbiamo cercato di capire quali industrie del settore moto hanno interrotto la produzione e quali, coraggiosamente, continuano a lavorare, dopo aver adottato le dovute precauzioni.
Pochi giorni fa, vi abbiamo parlato del Gruppo Piaggio che, dopo aver misurato per giorni la temperatura dei propri impiegati, ha deciso di interrompere la produzione e chiudere i quattro stabilimenti di Pondedera, di Noale, di Mandello del Lario e di Scorzè, per poter mettere in atto misure ancora più restrittive e garantire il massimo della sicurezza ai dipendenti.
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Poi c’è Ducati. Dopo aver incentivato per settimane lo smart working, la casa di Borgo Panigale ha deciso di prolungare la chiusura degli stabilimenti fino al 25 marzo, con l’intenzione di riaprire, pian piano, alcuni reparti, dopo aver effettuato degli interventi atti a migliorare la sicurezza all’interno dei locali. Continuano, invece, nel rispetto delle norme comportamentali contro la diffusione del virus, tutte le attività legate allo sviluppo dei nuovi prodotti e del supporto ai mercati.
“Sono orgoglioso di come i lavoratori di Ducati stanno affrontando questo difficile momento per il nostro paese. – ha dichiarato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding – Il mio ringraziamento va a tutti coloro i quali, quotidianamente e pur in una situazione difficile come questa, stanno confermando il grande valore di una forza lavoro unita, coesa ma anche sensibile e attenta. Per loro, per la loro sicurezza e per la loro incolumità, interventi e scelte come quelle che stiamo facendo, sono necessarie e dovute. Sono comunque garantiti tutti i servizi di supporto ai nostri clienti, in primis la fornitura dei ricambi. Vogliamo rassicurare i Ducatisti e i nostri concessionari di tutto il mondo: ci stiamo organizzando per essere pronti alla ripartenza e, anche in questo periodo di fermo, non mancherà il nostro appoggio”
Facendo tappa nella zona più colpita dal virus, il bergamasco, c’è Brembo. L’industria tutta italiana, leader nel settore degli impianti frenanti ad alte prestazioni, ha dovuto adottare misure drastiche per contrastare la diffusione dell’epidemia: chiusi fino al 22 marzo, infatti, gli stabilimenti di Stezzano, Curno, Mapello e Sellero.
Ancora nella bergamasca, Nolan fa sapere che, considerato l’effetto epidemiologico da Covid 19, le raccomandazioni del Governo e dei medici di ridurre al massimo le occasioni di contagio limitando i contatti tra persone e la salvaguardia della salute dei lavoratori, ha deciso di prorogare la chiusura del proprio sito produttivo, già fermo dallo scorso venerdì, fino al 23 Marzo.
Questa decisione permetterà al gruppo di analizzare le istruzioni per la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro, di integrare tutte quelle misure che non fossero già state messe in atto precedentemente e valutare l’evoluzione del virus.
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Produzione con personale ridotto. Questa la scelta di MV Agusta, nel varesotto. Solo dal 16 marzo, saranno chiusi i reparti non essenziali e verrà adottato lo smart working. Per i dipendenti che continueranno l’attività lavorativa, l’azienda ha introdotto le misure di prevenzione e di contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid–19, come la fornitura di mascherine, guanti, gel igienizzanti e l’adozione di presidi per la sanificazione degli ambienti di lavoro e delle superfici, nonché l’accesso contingentato agli ambienti comuni. Timur Sardarov, CEO di MV Agusta Motor S.p.A. ha dichiarato:
“Riteniamo sia nostro dovere non arrendersi in questo momento di grave crisi e di difficoltà, perché anche il resto delle attività di questo territorio possano ripartire una volta superata l’emergenza. Abbiamo preso questa decisione con grande senso di responsabilità, verso i nostri dipendenti, verso questa comunità che non può permettersi la disgregazione del proprio tessuto industriale, e verso l’intero comparto del nostro indotto dal quale dipendono molti lavoratori e molte famiglie. La Società ha attuato tutte le misure di informazione, di prevenzione e di contenimento necessarie. Siamo determinati a continuare a fare il nostro dovere per sostenere questo territorio, nel pieno rispetto delle regole e in massima sicurezza.”
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Anche Moto Morini, da Trivolzio, in provincia di Pavia, fa sapere dello stop alla produzione. La casa lombarda lo annuncia con un comunicato su Facebook e un invito a rimanere in casa, rispettando le norme imposte dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri:
“Cari Amici,
alla luce di quanto sta accadendo nel nostro Paese, abbiamo in tutta coscienza preso la decisione di chiudere temporaneamente la nostra Azienda a Trivolzio (PV), perché riteniamo che l’incolumità di tutte le persone che lavorano con noi e della comunità intera abbia un valore più grande, e non necessiti di essere soggetta ad obblighi e divieti per essere salvaguardata.
Siamo ovviamente preoccupati, ma altresì certi che supereremo l’emergenza e torneremo a crescere. L’Italia ha in sé la possibilità di farcela: siamo strutturalmente un Paese forte. Supereremo sicuramente la crisi agendo con unità di intenti e di spirito.
A Tutti coloro che dall’inizio dell’emergenza lavorano in prima linea, rischiando la propria incolumità per garantirci un ritorno alla normalità, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti e la garanzia del nostro impegno nel rispettare le direttive, che è l’unico modo che abbiamo per aiutarli davvero.Noi non smettiamo di pianificare esperienze uniche da vivere insieme a voi, perché quando tutto sarà finito sarà ancora più bello salire in sella e dare gas!
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Yamaha Motor Europe ha annunciato oggi che la produzione negli stabilimenti in Italia e Francia è stata temporaneamente sospesa in risposta all’attuale pandemia di Coronavirus. Si tratta della fabbrica di motori Motori Minarelli a Calderara di Reno e dello stabilimento di assemblaggio MBK Industrie di Saint-Quentin che, secondo direttive arrivate dall’alto, rimarranno chiuse fino al 22 marzo. Dopo questa data, la situazione verrà rivista su base settimanale.
Per l’occasione, Eric de Seynes, Presidente e Amministratore Delegato di Yamaha Motor Europe, ha commentato:
“La salute dei nostri dipendenti e la nostra responsabilità sociale sono le nostre priorità in questa fase, motivo per cui abbiamo preso la decisione di sospendere la produzione in queste due strutture per far fronte all’attuale pandemia di coronavirus. Apprezziamo molto le capacità e l’impegno di una forza lavoro che ha dimostrato un’enorme lealtà nei confronti di Yamaha, ma che ora affronta una situazione senza precedenti al di fuori del luogo di lavoro. Per la loro tranquillità, siamo al lavoro per assicurare che nessun dipendente avrà ripercussioni finanziarie fino al ritorno a una situazione stabile sia in Italia che in Francia”.
Dall’Austria, anche KTM, che nei giorni scorsi aveva annullato gli Orange Days 2020, fermerà la produzione a partire dal 30 marzo, vista la velocità con cui il virus si sta diffondendo oltralpe. Di conseguenza, si fermerà anche la produzione di Husqvarna.
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Nessuna notizia di stop della produzione da parte di BMW. La casa di Monaco di Baviera, ad inizio marzo, aveva già dovuto mettere in quarantena circa 150 dipendenti dopo che uno era risultato positivo al coronavirus. Dopo aver sanificato gli ambienti, tutto era tornato alla normalità. In BMW tengono duro.
Tace anche Triumph e c’era da aspettarselo, considerata la politica adottata per “combattere” la diffusione del virus da parte del Governo britannico.
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Continueremo ad aggiornarvi sulla situazione delle industrie del settore moto e sulle misure precauzionali che le varie case adotteranno.