Carmelo Ezpeleta: "La MotoGP non inizierà mai senza italiani"
Il boss di Dorna continua a lavorare per cercare di salvare il salvabile: "E' un brutto momento per tutta l'umanità, non solo per la MotoGP"
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Prima il bando degli italiani in Qatar, poi l’inizio dell’effetto domino che ha coinvolto Thailandia, Texas e Argentina. Mentre pandemia si diffondeva, nel Bel Paese e nel resto d’Europa. Quella generata dalla diffusione del Coronavirus è una situazione molto complicata per il Motomondiale, che si trova a fronteggiare la sua più grave crisi in 72 anni di storia. “Sono giorni difficili” ha detto Carmelo Ezpeleta ai microfoni della Gazzetta dello Sport “Inizialmente pensavamo che la stagione sarebbe iniziata regolarmente in Qatar. Poi (…) l’Emirato ha vietato l’ingresso agli italiani o a chi era stato in Italia negli ultimi 14 giorni. E da lì è cominciato tutto”.
Il boss di Dorna e il suo enturage sono alle prese con una situazione decisamente spinosa, che però secondo il manager spagnolo non è la peggiore che il Cirus abbia mai vissuto: “Non è il momento peggiore della mia carriera, le gare in cui abbiamo perso dei piloti sono state molto più difficili da affrontare. Credo che questa situazione sia gestibile: facciamo tutto ciò che possiamo, perché è il nostro lavoro”.
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L’Italia non è solo il centro europeo della pandemia di Covid-19 ma anche – assieme alla Spagna – il cuore pulsante della MotoGP: è difficile pensare ad un Motomondiale senza italiani e questo Ezpeleta lo sa bene. “Consideriamo gli italiani come nostri fratelli, non potremmo mai iniziare senza di loro… il Mondiale deve iniziare con tutti partecipanti” ha spiegato “In questo momento hanno la mia solidarietà, ma temo che presto tutti in Europa avremo bisogno della loro. Anche per i molti amici che ho lì mi dispiace molto che l’Italia sia in questa situazione, non posso che sperare che tutto si risolva presto”.
Il lavoro, comunque, non si arresta, affinché si possa far ripartire la “macchina” al più presto possibile: “Possiamo pensare di correre due gare in un fine-settimana, però dobbiamo aspettare (…) per vedere che tipo di piano possiamo attuare. Meglio una gara a porte chiuse che non correre… (…) Io sono ottimista. E’ un brutto momento, però lo è per tutta l’umanità non solo per la MotoGP”.
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