Coronavirus, MotoGP: Ducati propone una moto per pilota, KTM a personale ridotto
C'è voglia e fretta di ripartire anche nel Circus della MotoGP, ma bisogna cercare di contenere i costi e di lavorare in piena sicurezza. Per questo motivo, dai team, stanno arrivando svariate proposte a Dorna
Il Coronavirus (e la conseguente pandemia), negli ultimi 2 mesi ha stravolto le nostre vite, senza risparmiare il mondo dello sport. Assistiamo giornalmente a cancellazioni e rinvii di eventi, ma la voglia di ricominciare è tanta, quindi, via libera all’ingegno!
In questi giorni sentiamo parlare della cosiddetta “Fase 2“, la fase di ripartenza che segnerebbe un piccolo passo verso la normalità: c’è voglia e fretta di ripartire anche nel Circus della MotoGP, ma bisogna cercare di contenere i costi e di lavorare in piena sicurezza. Per questo motivo, dai team, stanno arrivando svariate proposte a Dorna.
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In un’intervista rilasciata a La Stampa, Gigi Dall’Igna, Direttore Sportivo di Ducati Corse, ha tirato fuori un’idea che, però, non ha avuto grande appoggio da parte degli altri team. Si tratterebbe di eliminare il muletto, cioè la seconda moto, per contenere i costi. In pratica, una moto per ogni pilota!
Pratica che è stata già attuata nel 2010 per le categorie Moto2 e Moto3 (ai tempi 125) e anche in Formula 1, dove fino al 2008 il muletto era la terza vettura a disposizione di uno dei due piloti del team in caso di estrema necessità.
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L’altra interessante proposta arriva da Pit Beirer, Direttore del reparto corse KTM: durante un’intervista rilasciata a Speedweek, il dirigente ha fatto sapere che KTM si sta preparando per affrontare un campionato ridotto (parla di circa 10 gare) e che il team sarebbe in grado di lavorare con soli quattro meccanici per pilota.
Quest’ultima soluzione renderebbe meno complesso attuare le norme di sicurezza all’interno dei box, dove solitamente si verificano assembramenti, certamente da evitare, in questo momento.
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Adesso, spetta a Dorna decidere se accogliere o meno le proposte dei team, per riorganizzare al meglio la ripartenza che, molto probabilmente, avverrà a porte chiuse, poichè garantire la sicurezza al pubblico sarebbe impossibile.