Limiti di velocità diversi per le moto sulle strade di montagna: c'è la proposta del Presidente della Regione Trentino

La proposta è stata fatta dal Presidente della Regione Trentino, Maurizio Fugatti al Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, proprio in previsione della cosiddetta "stagione dei motori" e del primo weekend dopo la riapertura dei confini regionali del 3 giugno

Di Francesco Pepe
Pubblicato il 8 giu 2020
Limiti di velocità diversi per le moto sulle strade di montagna: c'è la proposta del Presidente della Regione Trentino

E se sulle strade di montagna, o comunque su quelle molto frequentate dai motociclisti, fosse in vigore un diverso limite di velocità per le moto? È quello di cui si sta discutendo in questo momento, dopo la proposta del Presidente della Regione Trentino, Maurizio Fugatti, al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La proposta del Presidente del Trentino, regione che può vantare un vastissimo numero di strade eccellenti, tanto amate dai motociclisti, arriva proprio in previsione della cosiddetta “stagione dei motori” e dopo il primo weekend che ha seguito la riapertura dei confini regionali del 3 giugno.

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Fugatti ha anche parlato di una campagna di sensibilizzazione da lanciare contemporaneamente alla modifica dei limiti di velocità e di controlli serrati, da parte delle Forze dell’Ordine, nelle zone più frequentate dai motociclisti e, quindi, più a rischio. Di seguito, riportiamo l’intervento del Presidente della Regione Trentino pubblicato dai colleghi di Trentotoday.it:

“Pensiamo alla possibilità di fissare limiti di velocità  diversi per automobili e motociclette, su alcune strade. Siamo consapevoli che il limite da solo non è abbastanza. La preoccupazione rimane alta, soprattutto per alcune strade di montagna e di confine, anche perché la moto in caso di incidenti è oggettivamente più  pericolosa della macchina. Il Trentino è peraltro molto ambito dai motociclisti, sia per la bellezza dei suoi percorsi sia per la buona tenuta delle strade. L’esperienza di altri territori, ad esempio quella della Provincia di Savona, rafforza la convinzione che stabilire dei limiti ad hoc, quantomeno su alcuni tratti particolarmente pericolosi, possa essere utile”

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