Mahindra "resuscita" la mitica BSA Gold Star!

Bella notizia per i nostalgici del leggendario marchio britannico BSA, che tornerà sul mercato in primavera con la rivisitazione di una sua autentica icona

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 4 dic 2021
Mahindra

La britannica BSA (Birmingham Small Arms), fondata nel 1861 come industria bellica e passata alla produzione di motociclette nel 1910, è stata uno dei maggiori costruttori di moto dello scorso secolo, il primo in assoluto negli anni ’50 dopo l’acquisizione di Triumph, ma l’avvento della concorrenza giapponese nel decennio successivo diede avvio al suo inesorabile declino che portò alla cessazione delle attività già nei primi anni ’70 (quando fu acquisita da Norton, che “mantenne in vita" solo il marchio Triumph).

Da allora, il marchio BSA è rimasto relativamente nell’ombra fino all’Ottobre 2016, quando venne annunciato che il gigante indiano dei trattori Mahindra & Mahindra (M&M) ne aveva rilevato i diritti per 5,4 milioni di dollari ed oggi, 5 anni dopo, il primo “frutto" di questa operazioni ha finalmente svelato le sue fattezze: si tratta di una roadster del gusto retrò che si pone come la rivisitazione in chiave moderna della celebre linea Gold Star della “vecchia" BSA.

Il nome Gold Star venne usato per la prima volta nel 1938 e utilizzato fino al 1963 per una serie di monocilindriche da 350 cc a 500 cc che riscossero grande successo anche in pista, in particolare al TT dell’Isola di Man. La “nuova" Gold Star è invece spinta da un motore monocilindrico da 652 cc DOHC conforme agli standard Euro-5 e accreditato dal costruttore di 45 CV a 6.000 giri/min e 55 Nm di coppia da 4.000 giri/min. L’unità sfoggia un’alettatura che richiama il raffreddamento ad aria delle sue antenate, ma è anche dotata di cambio a 5 marce con frizione antisaltellamento.

La ciclistica si sviluppa attorno a un telaio a doppia culla tubolare in acciaio, con il reparto sospensioni formato da una forcella non regolabile da 41 mm e un paio di ammortizzatori regolabili nel precarico su 5 livelli. L’impianto frenante conta invece su un singolo disco ad entrambe le estremità (da 320 mm davanti e da 255 mm dietro), morsi da pinze Brembo e supervisionati dall’ABS a due canali. I cerchi a raggi sono invece da 18" all’anteriore e da 17" al posteriore e calzano come primo equipaggiamento pneumatici Pirelli Phantom Sportscomp.

Stilisticamente, come accennato, la nuova Gold Star è estremamente simile all’attempata serie a cui si ispira, con un bell’aspetto dal gusto ultra-classico che troverà sempre i suoi estimatori. Certamente degno di nota il serbatoio da 12 litri, che sfoggia il tradizionale logo BSA su entrambi i lati e ha il tappo con i classici “tre fucili" posizionato asimmetricamente, ma anche la generosa sella piatta in tipico stile British e alta 780 mm. Più moderno il cruscotto, con un display LCD in mezzo ai due quadranti analogici e presa USB sul manubrio. Il dato del peso a secco è di 198 kg, quello in ordine di marcia di 213 kg.

Il modello è stato sviluppato nel Regno Unito e dovrebbe entrare in produzione in India già a Gennaio per arrivare poco dopo sul mercato locale, dove andrà a misurarsi con le già affermate V-twin 650 cc di Royal Enfield. Resta comunque ancora da vedere se e quando la nuova BSA Gold Star 2022 arriverà in Europa, ma il fatto che sia stata presentata al Motorcycle Live di Birmingham ci fa ben sperare: seguite la pagina Facebook ufficiale di BSA Mortorcycles per non perdervi tutti gli aggiornamenti del caso…

Mahindra fa la spesa in Europa: acquisiti BSA e Jawa

MotoCult: la BSA Lighting A65L di “Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono"

Ultime notizie