Harley-Davidson nella bufera: accuse, scontri e futuro incerto
Le dimissioni di Jared Dourdeville rivelano tensioni interne a Harley-Davidson: critiche alla leadership e calo azionario dell'11%.
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Un vero e proprio terremoto ha scosso il mondo di Harley-Davidson, una delle case motociclistiche più iconiche al mondo. Le dimissioni di Jared Dourdeville, membro del consiglio di amministrazione e partner di H Partners Management, hanno aperto una crisi senza precedenti. La sua uscita di scena, accompagnata da accuse di cattiva gestione, ha acceso i riflettori su problemi di leadership aziendale e sulle difficoltà operative che l’azienda sta affrontando.
In una lettera indirizzata al consiglio, Dourdeville ha criticato aspramente l’amministratore delegato Jochen Zeitz e il presiding director Tom Linebarger, ritenendoli responsabili di risultati deludenti e di una gestione inefficace. La decisione di Dourdeville arriva dopo il fallimento delle trattative per la nomina del nuovo CEO, in cui aveva richiesto le dimissioni dello stesso Zeitz. Questo scontro interno ha messo in evidenza tensioni profonde all’interno del management.
Un’azienda in difficoltà
Le accuse mosse da Dourdeville toccano diversi aspetti cruciali della gestione aziendale. Tra i punti più critici vi è la performance finanziaria, che secondo l’ex consigliere non risponde alle aspettative, sebbene non siano stati forniti dati comparativi precisi. Particolarmente preoccupante, secondo Dourdeville, è la gestione delle scorte presso i concessionari: l’inventario medio è aumentato da 99 a oltre 140 giorni, un dato che sta mettendo a rischio la redditività dei rivenditori.
Un altro tema caldo è rappresentato dalla cultura aziendale. Dourdeville ha evidenziato come le politiche di lavoro da remoto, adottate durante la pandemia, abbiano portato a un deterioramento della cultura organizzativa. Ha inoltre sottolineato un elevato turnover nei ruoli dirigenziali, che a suo avviso sta compromettendo la stabilità e l’identità dell’azienda. “Harley-Davidson manca di una cultura vincente ai suoi livelli più alti,” ha dichiarato, puntando il dito contro la scarsa presenza fisica dei dipendenti come uno dei fattori principali di questa crisi.
La difesa di Harley-Davidson
Non si è fatta attendere la risposta ufficiale di Harley-Davidson, che ha rigettato le accuse di Dourdeville attraverso una comunicazione alla SEC (Securities and Exchange Commission). L’azienda ha dichiarato che il turnover del personale nel 2024 è stato il più basso nella sua storia e che i sondaggi sul coinvolgimento dei dipendenti hanno registrato risultati record. Questi dati, secondo Harley-Davidson, smentiscono le affermazioni di Dourdeville riguardo a una presunta crisi culturale.
La casa motociclistica ha inoltre difeso le sue scelte strategiche, come il ritiro del modello Sportster e l’introduzione della linea RevMax, definendole decisioni condivise in passato anche dallo stesso Dourdeville. La gestione della campagna anti-DEI (Diversity, Equity and Inclusion), promossa da Robby Starbuck, è un altro tema controverso. Sebbene parte della lettera di Dourdeville su questo argomento sia stata censurata, Harley-Davidson ha definito “fuorvianti" le sue affermazioni.
Harley-Davidson, mercato in allarme
Le conseguenze di questa crisi non si sono fatte attendere. Le azioni di Harley-Davidson hanno subito un calo dell’11%, segnalando la crescente preoccupazione degli investitori. Con l’assemblea degli azionisti fissata per il 14 maggio e il ritiro programmato di Jochen Zeitz entro il 2025, il futuro della storica azienda americana appare incerto. La nomina di un nuovo CEO sarà cruciale per affrontare le sfide di un mercato in rapida evoluzione.
In questo clima di tensione, il caso Harley-Davidson rappresenta un monito per l’intero settore motociclistico: la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di mantenere una solida leadership aziendale sarà determinante per il successo a lungo termine.
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