KTM, Honda, Yamaha e ANCMA contro il commercio di moto da cross di origine illecita

Ecco il meccanismo della frode tributaria che si cela dietro ad alcuni sconti del 20-25% rispetto ai listini ufficiali

Di Francesco Irace
Pubblicato il 5 lug 2021
KTM, Honda, Yamaha e ANCMA contro il commercio di moto da cross di origine illecita

Il marchio KTM scende in campo al fianco di ANCMA per contrastare il sempre più diffuso fenomeno del commercio di moto da cross di origine illecita e lo fa con una campagna di sensibilizzazione rivolta agli appassionati delle ruote tassellate. “Non cedere al lato oscuro, scegli la legalità”. È questo il titolo dell’iniziativa presentata dall’associazione e sostenuta dai Brand di riferimento del mercato, come il gruppo KTM (KTM, GASGAS e Husqvarna) Honda RedMoto e Yamaha, che hanno costituito un fronte unico e supportato attivamente questo progetto, che ha tra gli obiettivi principali quello di informare gli utenti sui rischi e le conseguenze giudiziarie derivanti dall’acquisto di motociclette nell’ambito di sistemi opachi e criminosi.

Il trucchetto usato dai furbetti

La campagna, fortemente voluta da KTM, nasce anche per accendere un riflettore sul meccanismo fraudolento che appare evidente celarsi dietro alle offerte di facile risparmio proposte da alcuni venditori disonesti e, soprattutto, per tutelare la rete di vendita ufficiale dalla concorrenza sleale operata da questi ultimi. Il messaggio fa rifermento all’artificiosa triangolazione messa verosimilmente in atto da operatori senza scrupoli per evadere l’IVA, aggirando la normativa europea. Operazioni che si reggono su uno schema che prevede la simulazione di vendite intracomunitarie in regime di non imponibilità e la registrazione di fatture a clienti diversi da quelli effettivi. In pratica le moto escono e rientrano fittiziamente in Italia per poi essere messe realmente in vendita a prezzi inferiori del 20-25% rispetto ai listini ufficiali. Non quindi un’importazione parallela, di per sé una pratica lecita e trasparente, ma una vera e propria frode tributaria contro cui le case motociclistiche hanno già recentemente depositato esposti e denunce alla Procura della Repubblica presso alcuni tribunali locali.

Le conseguenze economiche

La diffusione del fenomeno fa inoltre leva sulla tipologia di impiego delle moto da cross: l’utilizzo all’interno di piste chiuse non prevede infatti l’immatricolazione di questi mezzi e l’assenza della targa rende impossibile consultare i pubblici registri per ricostruire i passaggi di proprietà. Di conseguenza anche i controlli risultano difficoltosi e carenti. Insomma, un danno ingente all’Erario e un rischio anche per il compratore, che può andare incontro a una contestazione di incauto acquisto, se non di ricettazione. ANCMA stima da ultimo che l’impalcatura illecita sulla quale si regge questo fenomeno potrebbe interessare almeno il 20% del mercato di riferimento, che in Italia vale complessivamente più di 30 milioni di euro. Contro la tentazione di un facile risparmio l’invito di KTM e delle altre Case è quello di rivolgersi alla rete dei concessionari ufficiali presenti sul territorio, dove si trovano serietà, trasparenza e professionalità.

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