MotoGP, Marquez: "Honda più prevedibile, ma meno efficace"
L'asso catalano sprona HRC in vista del prossimo GP di Indonesia: "Non mi sono mai nascosto, il mio obiettivo è il Mondiale, ma devo adattarmi alla moto."
Il quinto posto con cui ha chiuso il GP del Qatar dello scorso weekend, round inaugurale del Mondiale MotoGP 2022, non ha soddisfatto pienamente lo spagnolo Marc Marquez (Honda Repsol), ma il fuoriclasse catalano non ha avuto grossi problemi a fare “buon viso a cattivo gioco" alla luce delle noie fisiche che lo avevano afflitto fino a poche settimane prima.
Il riferimento, in primo luogo, è al noto problema di diplopia conseguente a un incidente in allenamento in motocross, a fine Ottobre, che lo costrinse a chiudere in anticipo la stagione 2021, ma anche all’interminabile “calvario" seguito alla frattura dell’omero destro nella prima gara della stagione 2020, a Jerez, che lo aveva tenuto lontano dai circuiti per oltre un anno anche per via delle tre operazioni chirurgiche necessarie per la sua risoluzione.
Nel corso di un recente evento organizzato da un suo sponsor in terra spagnola, l’8-volte iridato ha fatto il punto della situazione dopo la prima gara dell’anno vinta a sorpresa dall’italiano Enea Bastianini (Gresini Ducati), confermando che, nonostante gli acciacchi, il suo obiettivo per il 2022 resta quello di riprendersi la corona iridata della Premier Class:
“Come si è visto in Qatar, la costanza sarà molto importante quest’anno. Ci saranno sempre tanti piloti davanti e in ogni gara ne verrà fuori soltanto uno. Io sono arrivato quinto [in Qatar], ma voglio di più: finché non vinci non ti fermi, vuoi sempre di più. La pressione la metti sempre su te stesso, se sei ambizioso. Non mi sono mai nascosto da quando sono tornato a guidare una moto un mese fa, dicendo sempre che il mio obiettivo è il Mondiale."
“La mia sfida non è quella di vincere un altro titolo, la mia sfida è quella di tornare a vincerne uno. Non che questa sia l’ultima stagione a mia disposizione, ma se possibile voglio vincere già quest’anno. Non mi nascondo, è chiaro quello che voglio raggiungere. In tutti gli sport ci sono cambi generazionali, ci sono piloti che conosco di più, come Pol [Espargarò, suo compagno di squadra], e altri meno, come Bastianini. Quelli di noi che partivano da favoriti in Qatar non sono arrivati nemmeno tra i primi cinque. L’obiettivo quindi è fare punti in ogni gara, per farci trovare sempre pronti."
Marquez: “In Qatar, meglio 11 punti che essere caduto"
Dopo le vicissitudini degli ultimi anni, il 29enne asso catalano ha comunque ribadito che il suo modo affrontare i weekend di gara è certamente diverso da quello lui adottato prima degli infortuni. A Losail, ad esempio, Marquez ha deliberatamente scelto la cautela, preferendo “difendersi" in ottica iridata piuttosto che prendersi dei rischi in cerca della vittoria:
“L’anno scorso, quando ho fatto il mio ritorno a Portimao, all’inizio non ero nemmeno alla Top-10, poi ho vinto due gare di seguito. In un anno possono cambiare tante cose ed è per questo che bisogna avere pazienza. Occorre avere la moto a posto e condizioni speciali per vincere le gare, ma bisogna sempre fare punti. Vedremo per quanto tempo dovremo avere pazienza, ma ho fiducia di essere sulla strada giusta."
“Sta tutto nell’approccio con cui si affronta il weekend. In Qatar sono partito con una strategia conservativa, sarebbe stata una buona gara se fossi finito terzo o secondo, ma per il ritmo che avevo non ho potuto far meglio del quinto posto. Meglio comunque avere 11 punti che essere caduto. Per questo avevo scelto la gomma morbida, perché mi dava più garanzie per finire la gara, ma non vale la pena fare tutte le gare come quella in Qatar: non si può andare avanti così per tutto il campionato, bisogna vincere le gare".
Marquez: “La Honda 2022 ha potenziale, ma devo portarla sul mio terreno"
Inevitabilmente, gran parte delle chances iridate di Marquez passano per la bontà della nuova Honda RC213V, moto profondamente cambiata per questa stagione e con cui, almeno al momento, è ancora alla ricerca del miglior feeling. I problemi fisici hanno rallentato il suo apprendimento anche in quest’ottica, ma lo spagnolo si dice comunque ottimista in vista del GP di Indonesia del prossimo fine settimana:
“Al momento è tutto piuttosto nuovo. La moto ha del potenziale, altrimenti non sarebbe arrivata in prima fila in Qatar, ma devo portarla sul mio terreno. La gara in Qatar è stata la anche mia prima “simulazione di gara": ho fatto 22 giri di fila, mentre nei test non ne avevo mai fatti più di 10. Sappiamo che strada seguire in Indonesia, non avremo parti nuove ma cercheremo di andare in una certa direzione. Honda comunque ha il potenziale per andare con un pilota in una direzione e con l’altro in un’altra. Ad ogni modo, in Qatar la mia moto era molto simile a quella di Pol, non siamo andati a toccare granché."
“Come ho già detto in precedenza, per me è quasi come se avessi cambiato marca. Staremo a vedere se riuscirò ad adattarmi alla moto: l’anno scorso il mio compagno di squadra non ci era riuscito, adesso tocca a me. La moto ora è più prevedibile sull’avantreno, ti avverte di più, ma così è anche meno efficace ed il mio campo è proprio quello di essere il più efficace possibile. Gli incidenti arrivano quando si corrono dei rischi, ma una moto che sia docile, facile e veloce è comunque difficile da trovare."