Prezzi carburanti: il Governo si impegna per ridurre le accise
L'idea, di cui ha parlato il Ministro Cingolani, è quella di impiegare risorse generate da un maggiore gettito di IVA
Buone notizie per i motociclisti dovrebbero arrivare presto. Il Governo è al lavoro per fermare i folli rialzi del prezzo dei carburanti con cui gli italiani stanno facendo i conti in questi giorni. Un primo annuncio arriva da Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, che come nei giorni scorsi aveva già criticato i continui aumenti di benzina e gasolio. Durante l’informativa al Senato sui provvedimenti che l’esecutivo sarebbe pronto ad intraprendere per fronteggiare i livelli dei prezzi raggiunti negli ultimi giorni, il Ministro della Transizione Ecologica ha dichiarato che il Governo “Sta studiando un’ipotesi di accisa mobile, perché c’è stato un maggiore gettito di IVA”.
Come si può abbassare il prezzo dei carburanti?
Il meccanismo consisterebbe nell’impiego delle più consistenti entrate che derivano dall’IVA al 22% sui carburanti per “limare” le accise, che dal 2013 sono strutturali, dunque fisse (per la benzina incidono per 728,40 euro su 1.000 litri, per il gasolio ammontano a 617,40 euro/1.000 litri e sul GPL sono di 147,27 euro/1.000 litri). “Per via del maggiore gettito di IVA, questo potrebbe essere impiegato per ridurre le accise e quindi ribassare il prezzo dei carburanti alla pompa”, osserva Cingolani, il quale tuttavia ha riconosciuto che “Operare sui carburanti è molto complesso”.
Nei prossimi giorni il provvedimento
Ora entra in campo il Governo, dal quale è atteso entro la fine di questa settimana l’annuncio di un primo provvedimento di misure anticrisi. Secondo quanto riferisce un lancio Ansa, sembra dunque che almeno per il momento un nuovo scostamento di bilancio (misura chiesta a gran voce dalla maggioranza) non è in previsione. Al primo posto, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, c’è la “Stabilità della finanza pubblica”. L’extragettito IVA, che una stima di Assopetroli indica su 200 milioni di euro solamente a marzo, su una proiezione annuale porterebbe fino a 2 miliardi di euro, e ciò garantirebbe almeno 15 centesimi di ribasso “alla pompa”. Proprio come avvenuto di recente in Francia ed in Irlanda, e come la Germania si appresta a varare. Fra i provvedimenti che potrebbero essere adottati, c’è anche lo studio su come estendere il prelievo sui profitti extra (come già avvenuto nelle produzioni da energie rinnovabili) anche alle altre utility di energia.
Intanto i prezzi iniziano a calare
Nel frattempo, secondo i dati di Quotidiano Energia alle 8 di ieri (martedì 15 marzo) resi noti dai gestori all’Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo Economico, si registra già una piccola diminuzione dei prezzi: Q8 ha ridotto benzina e diesel di 8 centesimi al litro, ed Eni e Tamoil hanno ribassato la benzina di 5 centesimi ed il gasolio di 7 centesimi. Speriamo sia solo l’inizio.