Space Oddity: la Yamaha TX750 più folle (e bella) che abbaite mai visto

La Yamaha TX750 Custom di Ronnie George è una moto unica che combina innovazione tecnica e tributo a Kenny Roberts. Scopri la sua storia.

Di Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 9 apr 2025
Space Oddity: la Yamaha TX750 più folle (e bella) che abbaite mai visto

“Volevo sfidare me stesso e vedere se potevo realizzare le idee che avevo in mente.” Con queste parole, Ronnie George, operaio siderurgico dell’Indiana, racconta la straordinaria avventura che lo ha portato a ridare vita a una leggenda dimenticata: la Yamaha TX750 del 1974. Questo progetto unico ha trasformato un modello di moto caduto nell’oblio in un’opera d’arte contemporanea, celebrata al prestigioso Handbuilt Motorcycle Show.

La Yamaha TX750, prodotta per un breve periodo negli anni ’70, rappresentava un tentativo innovativo di Yamaha di risolvere i problemi di vibrazione tipici dei motori bicilindrici paralleli. Il sistema di bilanciamento “Omni-Phase” era una soluzione tecnica avanzata per l’epoca, capace di garantire una straordinaria fluidità di marcia. Tuttavia, nonostante le premesse promettenti, problemi di affidabilità ne segnarono il rapido declino e l’uscita dal mercato.

Ronnie George ha visto in questa moto un potenziale inespresso, decidendo di intraprendere un processo di trasformazione radicale. Quello che inizialmente doveva essere un semplice progetto di custom motociclette in stile street tracker si è evoluto in un omaggio alla leggendaria Yamaha YZR500 di Kenny Roberts. Il risultato? Una moto soprannominata “Space Oddity” dalla moglie di George, capace di fondere tradizione e innovazione in un design mozzafiato.

Il telaio originale è stato profondamente modificato per accogliere un sistema monoshock posteriore, utilizzando un ammortizzatore derivato da una Yamaha R6. Le forcelle anteriori sono state ricostruite completamente, mentre l’impianto frenante è stato potenziato con un moderno sistema a doppio disco. Per migliorare le prestazioni termiche del motore, George ha installato un nuovo serbatoio dell’olio e un radiatore supplementare, collegati da eleganti tubazioni in acciaio inossidabile. Questi interventi non solo hanno migliorato l’efficienza della moto, ma hanno anche contribuito a darle un aspetto più moderno e raffinato.

Uno degli elementi più sorprendenti della “Space Oddity” è lo scarico 2-2 in acciaio inox, integrato ingegnosamente nel telaio. I terminali, ispirati alle moto a due tempi, conferiscono alla moto un carattere unico e distintivo. Ma il vero capolavoro è la carrozzeria, realizzata interamente a mano da fogli di alluminio 3003. Questa è stata la prima esperienza di George con questo materiale, e il risultato è una carenatura aerodinamica lucidata a specchio, decorata con la classica livrea “speed-block” Yamaha, dipinta direttamente sul metallo nudo.

L’attenzione ai dettagli è evidente in ogni aspetto della moto. La sella artigianale, creata da Dane Utech, si integra perfettamente con il design complessivo, mentre le ruote rilucidate, abbinate a pneumatici Metzeler Sportec Klassik, aggiungono un tocco di eleganza. Nonostante il motore originale sia stato mantenuto, il peso significativamente ridotto e l’aerodinamica migliorata promettono prestazioni superiori, con una potenza stimata di 74 cavalli.

Il progetto di Ronnie George non sarebbe stato possibile senza il supporto di amici, familiari e sponsor come Old Bike Barn. La “Space Oddity” rappresenta un esempio straordinario di come la passione e l’ingegno possano trasformare una moto dimenticata in un capolavoro contemporaneo. Questa creazione incarna perfettamente lo spirito del Handbuilt Motorcycle Show, un evento che celebra l’artigianalità e la creatività nel mondo delle due ruote.

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